C’è anche il nome del Procuratore del Tribunale dei Minori di Campobasso, Claudio Di Ruzza, in pole per il vertice della Procura di Roma, nomina travolta dalla bufera nata dall’inchiesta di Perugia e che ha spinto il Csm a considerare la possibilità di azzerare l’iter e rivalutare le domande. Una di queste appartiene proprio all’ex sostituto procuratore generale della Corte d’Appello del capoluogo molisano e giunta al Consiglio Superiore della Magistratura a febbraio scorso, insieme ad altre dodici candidature di altrettanti colleghi. Nella precedente votazione, prima che l’inchiesta venisse fuori, i magistrati con maggiori preferenze erano stati Marcello Viola, procuratore generale di Firenze, e i procuratori capo di Palermo, Francesco Lo Voi, e di Firenze, Giuseppe Creazzo. La decisione di riaprire le valutazioni sarebbe stata presa dopo che sono trapelate le intercettazioni su incontri svolti tra Palamara, consiglieri ormai dimessi del Csm e i politici Luca Lotti del Partito democratico e Cosimo Ferri, ex Pd transitato nel nuovo partito Italia Viva di Matteo Renzi. In quelle intercettazioni si sente Lotti fare il nome di Viola, come magistrato che avrebbe dovuto sostituire Pignatone, pensionato da maggio scorso. «Su Roma si vira su Marcello Viola», dice un convinto Lotti. Secondo le verifiche ci sarebbe stato un «centro di potere» esterno al Csm, che veicolava le nomine nelle principali procure d’Italia.
sabato 21 Giugno 2025 - 09:25:30 PM
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