Vertenza Gam, il Ministero convoca il tavolo. Protesta dei lavoratori sotto i riflettori di “Agorà”

Lunedì prossimo 30 settembre alle ore 11, presso il Ministero dello Sviluppo economico, si terrà il nuovo tavolo di confronto per la vertenza Gam. Stiamo lavorando tutti insieme per poter dare risposte ai lavoratori e alle loro famiglie. La collaborazione di tutte le parti coinvolte è la strada migliore da percorrere“. E’ l’annuncio del deputato molisano del M5s Antonio Federico che aspettavano le famiglie dei circa 240 lavoratori della Gam per i quali il 4 novembre scadranno gli ammortizzatori sociali e impegnati questa mattina in un lungo presidio davanti ai cancelli dell’ex stabilimento di Bojano. La protesta è stata seguita da una troupe del programma Rai “Agorà” e sulla questione si sono interessati in studio esponenti del parlamento come la deputata Pd Debora Serracchiani. Prima della tanto attesa convocazione al Ministero dello Sviluppo Economico con Regione e Amadori, la delegazione di lavoratori, munita di striscioni e cartelli di denuncia, aveva minacciato di occupare la Statale.

I competitor vengono in Molise solo per tenere gli allevamenti – ha detto al microfono Mauro Latessa, sindacalista. – Gli stabilimenti si fanno con gli impianti di macellazione. Non c’è qualità se il prodotto viene spostato per 300 chilometri“. Come si ricorderà, il bando Amadori ha rilevato solo il lotto dell’incubatore. Non viene assimilato lo stabilimento dedicato alla lavorazione del pollame. Secondo quanto riportato da Agorà, per Amadori lo stabilimento non sarebbe idoneo alla trasformazione per carenze infrastrutturali. Ma i lavoratori non ci stanno. “C’era un accordo. Se quell’accordo è venuto meno bisogna riconvocare le parti contraenti“. E l’ennesimo appello, stavolta, è stato raccolto. Fra una settimana si farà la quadra su questa vicenda. “Non vogliamo vivere di cassa integrazione, vogliamo lavorare“, hanno detto gli intervenuti. Intanto manca poco più di un mese all’ennesima scadenza senza alternative. E con un incontro di mezzo, quel del 30 settembre, che non fa comunque presagire nulla di positivo.

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