Noto professionista campobassano innamorato e geloso della moglie la costringe a una vita d’inferno. Allontanato

Ogni spostamento doveva avvenire sotto il controllo del marito. Un ritardo, un comportamento non gradito al coniuge rischiava di trasformarsi nell’ennesima scena di umiliazioni subita anche in presenza dei figlio minori e di estranei. Azioni che potevano diventare anche più insitenti e violente quando non era solo la gelosia a fargli perdere la lucidità ma anche il ricorso all’alcol e agli stupefacenti. Un incubo subito per anni e taciuto, per il timore di denunciare, di mettersi contro quell’uomo che aveva sposato, magari di ritorsioni o di conseguenze spiacevoli per i suoi figli, perché spesso è per l’amore nei loro confronti che tante donne provano a nascondere, a sorvolare, soffocando il dolore. Ma anche la paura di dover affrontare l’esterno una volta fatto il passo difficile, spiegare, quasi giustificare agli altri quanto successo e quanto subito, a ragione del fatto che l’uomo, noto professionista campobassano – di cui si omettono le generalità per motivi di privacy anche per rispetto di moglie e figli, – non stava certo incarnando la figura del marito esemplare, capace di costringere la moglie ad avere rapporti sessuali, reclamandoli come suo diritto di coniuge. Forse più di qualcuno si sarebbe accorto che la donna non viveva serena, che era continuamente controllata, magari avrebbe assistito ad una scena spiacevole. L’ultimo periodo la situazione sarebbe però andata peggiorando e prima che quel rapporto potesse degenerare in un epilogo violento se non tragico come spesso si sente dalle cronache nazionali la donna ha trovato la forza di reagire. Ha chiesto aiuto al Centro Antiviolenza di Campobasso e alla Polizia di Stato, che ha avviato le indagini. Gli agenti hanno ricostruito un rapporto familiare logoratosi negli anni, anche in ragione dell’abuso di alcol e droghe da parte del presunto autore dei reati. Le vessazioni dell’uomo nei confronti della moglie, che si protraevano da circa sei anni, negli ultimi tempi erano diventate insostenibili. La offendeva pesantemente davanti agli estranei e ai figli minori, ne controllava gli spostamenti, le impediva ogni autonomia, la tempestava di telefonate e messaggi farneticanti per sapere dove e con chi si trovasse e cosa stesse facendo, minacciandola continuamente e limitando fortemente le sua possibilità di azione. Controllandola costantemente, seguendola, rimproverandola e minacciandola la faceva vivere in uno stato di mortificazione e di paura e in una condizione di avvilimento. L’uomo, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, ricorreva alle minacce anche per ottenere prestazioni sessuali che riteneva dovutegli in virtù del rapporto coniugale. La vittima avrebbe subito tali condotte per anni, senza mai denunciare nulla, sperando che le cose potessero cambiare. Tale accetttazione però aveva accresciuto nell’uomo la convinzione di essere nel giusto e di poter continuare a vessare la moglie anche in presenza dei figli minori. Al termine delle indagini la Polizia ha consegnato un’informativa alla Procura di Campobasso che, fatte le dovute valutazioni, ha chiesto e ottenuto dal dal gip del Tribunale del capoluogo l’emissione di una ordinanza applicativa della misura cautelare di allontanamento dalla casa familiare a carico dell’uomo che è indagato per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. Un primo step verso la fine di un incubo, da cui la vittima è consapevole di non potersi ancora del tutto svegliare.

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