Indennità non restituite, Di Marzio lascia il M5s: “Ero destinato all’epurazione”. I pentastellati: “Dovrebbe dimettersi”

Di fronte ad un’epurazione di fatto della quale non posso non prendere atto, ancorché con il rammarico di separarmi da colleghi integerrimi, per fugare qualsiasi dubbio formalizzo in questa sede la decisione di aderire al Gruppo Misto“. E’ quanto dichiarato all’Ansa dal senatore molisano Luigi Di Marzio, che oggi ha formalizzato l’uscita dal Movimento 5 Stelle e l’adesione al Gruppo Misto. Una decisione che ormai era nell’aria dopo che il parlamentare era risultato fra i pentastellati che non aveva restituito parte delle indennità percepite in linea con il regolamento del movimento, prevede che ogni parlamentare restituisca un minimo di 2mila euro al mese da investire in progetti e donazioni, oltre a 300 euro destinare invece allo sviluppo della piattaforma Rousseau.

I portavoce regionali del M5s: “Dovrebbe dimettersi”.
“L’uscita di Luigi Di Marzio dal gruppo del MoVimento 5 Stelle al Senato conferma ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, che il MoVimento continua a mantenere intatti i propri anticorpi. Potremmo fare tanti esempi ma tutti porterebbero ad una considerazione unica: chi non mantiene i patti con gli elettori, chi non sente propri i nostri valori, le nostre battaglie e non è in grado di reggerli, o lascia il gruppo oppure viene espulso. Questa è la differenza tra il MoVimento 5 Stelle e gli altri partiti che invece ‘raccolgono’ di tutto, anzi spesso premiano chi tradisce i patti con i cittadini. Se qualcuno non è più d’accordo con il MoVimento 5 Stelle ha tutto il diritto di cambiare idea, ma dovrebbe dimettersi, non passare al Gruppo Misto. Sono tempi in cui serve coraggio, quindi andiamo avanti e guardiamo avanti, forti della nostra storia e dei nostri valori”.

Il senatore Ortis: “Sapevo che prima o poi avrebbe lasciato il Movimento”
“Il MoVimento 5 stelle è un metodo nuovo di intendere la società. Lavoriamo giornalmente a fianco gli uni con gli altri per scardinare il malaffare che permea non solo la politica, ma tutta l’Italia; piena di personaggi che dichiarano buoni propositi in pubblico ma nel migliore dei casi fanno poco o niente oppure, come spesso accade, lavorano solo per interessi personali. La nostra decisione di passare dall’opposizione al Governo, con tutti i rischi e le difficoltà connesse a tale scelta, è stata sofferta e ponderata. Da oltre venti mesi lavoriamo per cambiare l’Italia, tassello dopo tassello: è difficile, richiede coraggio, dedizione e determinazione, e non sempre riusciamo a raggiungere tutti gli obiettivi. Alle volte la frustrazione può prendere il sopravvento. Per fortuna, abbiamo la fortuna di avere un gruppo alle spalle che si oppone e cerca di cambiare il vecchio sistema, ancora vivo nelle pieghe dello Stato. Inoltre, siamo certi che la stragrande maggioranza dei nostri eletti lavorano per il benessere dei cittadini e non inseguono velleità personalistiche. Ci aiuta, infine, la consapevolezza di avere un’occasione unica per cambiare questo Paese, altrimenti condannato ad essere eternamente amministrato da chi riesce ad ottenere un facile consenso con l’unico scopo di avvantaggiarsene personalmente e di avvantaggiare il proprio gruppo di sodali. Tutto ciò ci permette di andare avanti e riuscire a vedere il bicchiere mezzo pieno, invece di lamentarci di quello che manca; consapevoli che potremmo colmarlo con il tempo, il duro lavoro, e la passione. Non è semplice. Non è per tutti, e non è da tutti. Ma dobbiamo farlo, dobbiamo resistere, studiare, capire e migliorare giorno per giorno. Non per noi stessi ma per tutte le persone che ci hanno chiesto aiuto e che ci hanno dato fiducia; fieri di un cambiamento che, un poco alla volta, stiamo portando avanti. Il mio impegno, prima da attivista, e negli ultimi anni nelle istituzioni, mi ha permesso di conoscere tante persone. Durante la campagna elettorale ho avuto il piacere di conoscere il dottor Luigi Di Marzio, che ho imparato ad apprezzare per i suoi modi e la sua cultura. Abbiamo discusso spesso: sulla nostra società, sull’evoluzione del MoVimento 5 Stelle, e su quali fossero le priorità dell’Italia. Con lealtà e rispetto reciproco, pur non condividendo sempre le stesse idee. Avevo intuito che Di Marzio prima o poi avrebbe abbandonato il nostro gruppo, ma in cuor mio speravo che questo giorno non sarebbe mai arrivato. E continuo a sperare che la sua fuoriuscita dal MoVimento 5 Stelle non sia un addio ai nostri principi, ma un modo che gli permetta di trovare uno spazio alternativo dove esprimersi e provare a lavorare. Non posso nascondere il dispiacere e la disapprovazione per la sua scelta; avrei preferito avesse continuato a stare con noi, nonostante le diversità di vedute su alcune questioni, e il peso che Di Marzio dà ad alcune criticità del MoVimento, superabili con il tempo e l’esperienza. Diceva un saggio: spesso l’ottimo è nemico del bene. A voler rimarcare come, alle volte, concentrarsi sul bene può esser il metodo giusto per migliorare la vita delle persone, senza pretendere di avere tutto e subito. La cosa che mi dispiace di più è che ci verrà a mancare la sua esperienza, poiché, nel momento in cui è diventato di moda criticare o abbandonare il MoVimento 5 Stelle sulla scia dei sondaggi quasi giornalmente sbandierati dai media, avremmo avuto bisogno di persone con la sua competenza; che avessero avuto il coraggio e la volontà di darci una mano fattivamente per affrontare le difficili sfide che stiamo affrontando e che affronteremo. Mentre, invece, l’atteggiamento che oggi devo stigmatizzare è quello di chi dice: «A me questa cosa non va bene; quindi me ne vado». E ciò, nonostante all’interno del MoVimento ci sia ampio spazio per la discussione, per il pensiero non convergente, oltre che per portare avanti quei temi tanto cari ai cittadini che da anni aspettavamo di poter affrontare (Reddito di cittadinanza, certezza della pena, riduzione dei costi della politica, revoca delle concessioni a chi non le merita, ecc.). Non posso portare rancore verso il Senatore Di Marzio. Gli auguro buon lavoro nel Gruppo misto; nonostante non possa non constatare come l’intenzione, più volte da lui prospettata, di dimettersi in caso di disaccordo con le politiche del MoVimento, sia stata oggi disattesa.”

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