Giornata dell’Unità Nazionale, commemorazione “silenziosa”. Micone: “Oggi tutti insieme contro nemico invisibile”

Si commemora oggi la “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”. 159 anni fa, il 17 marzo 1861, a Torino veniva proclamato lo Stato italiano e quindi l’unità nazionale. La legge n. 222 del 23 novembre 2012 ha istituito questa festività allo scopo di ricordare e promuovere, nell’ambito di una didattica diffusa, i valori di cittadinanza, fondamento di una positiva convivenza civile, nonché di riaffermare e di consolidare l’identità nazionale attraverso il ricordo e la memoria civica. Il medesimo provvedimento normativo impegna anche le regioni ad affiancare il mondo della scuola nell’attivare iniziative per ricordare in primis ai ragazzi, ma in generale a tutti gli italiani, i valori e i principi risorgimentali che portarono il popolo italiano a “stringersi a coorte” in un unico Stato, superando le divisioni secolari della penisola, a ritrovarsi nei colori di un’unica bandiera e ad emozionarsi dalle note e dalle parole dell’inno di Mameli. In occasione di questa importante ricorrenza il Presidente del Consiglio Regionale, Salvatore Micone, ha dichiarato: “Anche se oggi le scuole, gli esercizi commerciali e molti luoghi di lavoro vedono sconvolta radicalmente la propria normalità e quotidianità per fronteggiare il Coronavirus, come istituzioni pubbliche e private, ma anche e soprattutto come semplici cittadini di quel grande Paese che è l’Italia, dobbiamo fermarci un momento a pensare a che prezioso dono i nostri antenati ci fecero nel creare uno Stato unitario che facesse sintesi della nostra storia millenaria fatta di eccellenze nella spiritualità, nell’arte, nella musica, nella letteratura, nella filosofia e nelle scienze. Una realtà statale che riassunse la secolare civiltà generata dai Comuni medioevali e quindi delle nostre tradizioni localistiche e delle nostre peculiarità territoriali, ravvisabili nei mille dialetti che trovarono il minimo comune denominatore in quell’italiano volgare che Dante con la sua geniale poetica, quale capostipite letterario, eresse a lingua nazionale. Un percorso e delle conquiste di libertà e civiltà ben rappresentate dalle emozionanti note e dai trascinanti versi di Goffredo Mameli del Canto degli Italiani. Come tante altre volte in questi 159 anni, come italiani, e come molisani fieri della nostra nazionalità, siamo stati chiamati a stringerci a “coorte”, non fisicamente per motivi di pericolo contagio, ma idealmente, nella responsabilità singola e collettiva che ci viene richiesta nella quotidianità per vincere l’ennesimo conflitto della storia di questa penisola. Il nemico che questa volta abbiamo sul campo di battaglia è invisibile e ci può attaccare da una stretta di mano o da una carezza fatti semplicemente per testimoniare affetto e amicizia: il tristemente famoso Covid 2019. La prima linea di questo conflitto è negli ospedali, e in generale nei posti di cura, ma anche sulle strade che devono rimanere il più possibile vuote, nei luoghi di lavoro che attivi pienamente e in quelli a funzionalità ridotta o modificata (smart working) che devono contribuire ad assistere il resto della popolazione in questa difficile prova. Ma il “fronte” è anche nelle case di ogni malato e di ciascun anziano in cui si vive il pathos del momento con particolare coinvolgimento. La politica molisana, rappresentata nel Consiglio regionale, è chiamata in questo momento a dare un esempio di compattezza, pur nella distinzione di idee. Abbiamo sospeso le attività ordinarie per dedicarci, nell’ambito delle nostre competenze, a seguire con attenzione e puntualità l’evolversi della situazione e della gestione dell’emergenza. Per tale finalità abbiamo creato un Tavolo Permanente presso la Presidenza del Consiglio regionale con tutti i consiglieri per un confronto continuo con i vertici istituzionali che in Molise sono incaricati di gestire l’emergenza: Presidente della Regione, Direttore dell’ASREM e Direttore della Protezione Civile, oltre che con ogni altra istituzione interessata. Nell’ambito di questo organismo, che si riunisce proprio oggi per l’ennesima volta, stiamo svolgendo un compito di raccordo del territorio con le istituzioni maggiormente impegnate e responsabili dirette della governance delle varie gestioni sanitarie e di salvaguardia della popolazione. A queste rivolgiamo suggerimenti e indicazioni, frutto sia delle nostre diversificate posizioni politiche, che di quanto i cittadini ci chiedono di esporre e proporre. Sono poi le Istituzioni demandate a fare sintesi di quanto appreso e tramutare, se del caso, le nostre indicazioni in atti concreti e cogenti. “L’Italia chiamò” ieri, come ripete l’Inno di Mameli, nei momenti più tristi e difficili dei conflitti mondiali, e chiama oggi ogni italiano ad essere responsabile rispetto alle azioni che possono mettere in pericolo la salute altrui, a rispettare con rigore e buonsenso i restringimenti della nostra quotidianità come ci vengono chiesti dalle autorità (statali, regionali e locali) e ad assicurare la nostra piena collaborazione nel cercare di evitare di appesantire il sistema sanitario e di sicurezza. Il tutto non mancando mai di testimoniare la gratitudine e rispetto che come cittadini e italiani dobbiamo per coloro i quali – medici, infermieri, farmacisti, forze dell’ordine, operatori di protezione civile e delle associazioni di volontariato, amministratori di ogni livello istituzionale (locale, regionale e nazionale), commercianti, autotrasportatori, agricoltori, allevatori, operai delle fabbriche, dipendenti delle pubbliche amministrazioni che non interrompono l’erogazione dei servizi essenziali – operano senza risparmio e instancabilmente, molte volte a rischio della propria salute e dell’incolumità della propria famiglia, per curare e proteggere i contagiati e la popolazione in generale, e per assicurare la produzione e la distribuzione dei generi alimentari e di prima necessità. Oggi siamo chiamati a stare lontani fisicamente, ma vicini nel sentire nazionale, per guardare insieme ad un domani non lontano in cui potremo riabbracciarci e ricordare questi giorni come una ennesima grande prova che il popolo italiano ha saputo superare”.

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