Emergenza Coronavirus, Oriente (Confesercenti): “Bene il micro credito ma servono maggiori aiuti alle aziende”

Attivato canale telematico per chiarimenti e supporto

L’emergenza prodotta dal Coronavirus fa sentire i suoi effetti anche sull’economia locale che si regge su un tessuto produttivo fatto di piccole imprese, artigiani e commercianti. Sono queste le imprese che soffrono di più le restrizioni imposte dai vari decreti governativi e che si trovano in enorme difficoltà. Una situazione di disagio che ha portato i vari livelli istituzionali a promuovere iniziative a sostegno del sistema produttivo ed imprenditoriale del nostro Paese e dei nostri territori. Per tentare di alleviare questi disagi, la Regione Molise ha messo in campo un provvedimento, per una spesa di 8 milioni di euro, Micro credito Covid-19, a cui possono accedere le imprese che si trovano in una posizione di improvvisa carenza a causa dell’emergenza sanitaria che ha portato alla chiusura totale o parziale di molte delle attività produttive e commerciali. “Si tratta – commenta il presidente della Confesercenti Provinciale di Campobasso, Pasquale Oriente – di una boccata di ossigeno per quanti si trovano in forte sofferenza economica e di liquidità. Un primo passo verso le nostre attività a cui dovranno essere però associate nuove misure per consentire alle tante aziende di poter andare avanti e riprendere la propria attività. Siamo vicini alle imprese – ha aggiunto Oriente – e con la nostra azione quotidiana mettiamo a disposizione di queste aziende i nostri servizi e le nostre competenze. Confesercenti, a livello nazionale, ha aperto un canale telematico (Numero WhatsApp: 345.251.8051 Email: curaitalia@confesercenti.it) a cui tutte le imprese e le partite IVA possono rivolgersi gratuitamente per avere risposte e chiarimenti sugli adempimenti da compiere per utilizzare a pieno le norme emanate che – ha concluso il presidente della Confesercenti Provinciale di Campobasso – devono essere rafforzate ed evitare che la crisi prodotta dall’emergenza sanitaria finisca per indebolire ulteriormente il nostro tessuto produttivo”.

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