Da Campobasso al tetto del Mondo: auguri a Pasquale Gravina, il pallavolista della “generazione di fenomeni” compie 50 anni

Dalle palestre del piccolo capoluogo molisano ai campi internazionali di pallavolo. Oggi 1° maggio Pasquale Gravina, fratello del sindaco di Campobasso Roberto e uno dei più grandi pallavolisti italiani, compie 50 anni. Una carriera fatta di successi, grandi soddisfazioni e anche qualche rimpianto, il gigante molisano alto due metri ha portato le sue “origini” in giro per l’Italia e per il Mondo. Negli anni Novanta, con la maglia della Nazionale, con cui ha collezionato 284 presenze (fino al 2002), ha conquistato tutto quello che si poteva vincere, mancando solo l’oro olimpico. E’ considerato proprio grazie alla sue numerose partecipazioni e vittorie una delle anime della ‘Generazione di fenomeni’ che ha reso l’Italia della pallavolo fra le Nazionali più vincenti nella storia dello sport mondiale. Dopo gli inizi nella squadra di Campobasso, Gravina fece il suo esordio in Serie A1 con la maglia di Falconara, nella stagione 1988/89. L’anno successivo il salto di qualità, con l’ingaggio da parte della Maxicono Parma (con cui conquistò fra il 1992 e il 1993 due scudetti, due Coppe Cev e una Coppa Italia) e la prima chiamata in Nazionale campione d’Europa in carica, durante la fase a gironi della World League, anche se successivamente non rientrò tra i convocati né nella fase finale (quell’anno, in Giappone, l’Italia vinse contro i Paesi Bassi per 3-0) né nello storico Mondiale in Brasile, vinto dopo l’epica finalissima contro Cuba 3-1. Le cose per lui cambiarono col mister Julio Velasco. Nel 1993 Gravina portò a casa il primo oro internazionale della sua carriera, vincendo con gli Azzurri gli Europei in Finlandia grazie al successo in finale sui Paesi Bassi per 3-2, seguito dalla Grand Champions Cup, un torneo d’èlite in cui l’Italia superò squadre di calibro internazionale come Brasile e Cuba. Nel 1994 gli Azzurri prima conquistarono la World League per la quarta volta in cinque edizioni (contro Cuba 3-0) e poi raggiunsero l’apoteosi in Grecia, confermandosi campioni del mondo con la vittoria finale contro gli olandesi 3-1. Protagonista fu tutto il roster: oltre a Gravina, c’erano Lorenzo Bernardi, Marco Bracci, Luca Cantagalli, Andrea Gardini, Andrea Giani, Ferdinando De Giorgi, Giacomo Giretto, Samuele Papi, Damiano Pippi, Paolo Tofoli e Andrea Zorzi. Anche nel 1995 l’Italia fece incetta di trofei, vincendo la World League contro il Brasile, il terzo titolo europeo contro l’immancabile Olanda e la Coppa del Mondo – torneo di qualificazione olimpica – precedendo ancora gli Orange nel girone unico. Gravina era ormai considerato tra i centrali più forti al mondo. Nel cammino verso l’unico trofeo che mancava nella bacheca della Nazionale di pallavolo, l’oro olimpico, la sconfitta nei Giochi di Atlanta contro l’Olanda furono un triste presagio. Negli Stati Uniti, dopo un cammino immacolato, gli Azzurri videro sfumare il titolo ancora contro gli Orange, dopo una finale combattuta e persa al quinto set. L’anno successivo l’Italia cambiò ciclo: Velasco lasciò la panchina a Paulo Roberto de Freitas, meglio conosciuto come Bebeto. Gravina, nel frattempo era passato alla Sisley Treviso (dove restò fino al 2001 e poi vi tornò nel 2004/05 dopo le parentesi a Macerata e Cuneo, vincendo praticamente ovunque), fu ancora tra i convocati di una Nazionale che voleva riprendersi dalla mazzata olimpica. Dopo l’ennesima World League in bacheca (3-0 contro Cuba in finale), gli Europei di Eindhoven si chiusero ancora davanti alla maledetta Olanda padrona di casa, che dominò la semifinale 3-0, vincendo successivamente il titolo. Per l’Italia fu solo bronzo, grazie al 3-1 nella finalina contro la Francia. Nel 1998 il Mondiale in Giappone fu l’unico obiettivo, dove l’Italia cercarono uno storico tris. Gli Azzurri superano in scioltezza il girone preliminare, cedendo solo un set in tre partite, ma nella seconda fase il cammino si complicò a causa di una pesante sconfitta contro la Jugoslavia che rese decisiva la partita finale del turno, ancora una volta contro l’Olanda. Gli Azzurri, con il fuoco negli occhi, si presero una pesante rivincita, concedendo appena 10 punti agli eterni rivali in tre set, tutti vinti. In semifinale l’Italia vinse contro il Brasile e in finale, di nuovo contro la temibile Jugoslavia, gli uomini di Bebeto giocarono un’altra partita ai limiti della perfezionem conquistando il Mondiale per la terza volta consecutiva. Nessuno ci era riuscito in passato. Gravina, Bracci, Gardini, Giani, De Giorgi e Papi erano i reduci dell’esperienza del ‘94, mentre fra i nuovi a vincere il Mondiale c’erano Mirko Corsano, Alessandro Fei, Marco Meoni, Michele Pasinato, Simone Rosalba e Andrea Sartoretti. Gravina continuò l’avventura in Nazionale negli anni successivi. Nel 1999, sotto la guida tecnica di Andrea Anastasi, vinse l’oro europeo a Vienna (3-1 in finale contro la Russia), nel 2000 conquistò il suo ultimo di una serie di tredici trofei con la maglia azzurra, la World League (3-2 ancora ai danni della Russia). L’ultima medaglia con la Nazionale arrivò qualche settimana dopo a Sydney, nei Giochi Olimpici, che per la pallavolo italiana. La Jugoslavia si vendicò per la sconfitta subita al Mondiale e battè l’Italia in semifinale. Gli Azzurri misero il bronzo in bacheca superando l’Argentina per 3-0 nella finale per il terzo posto.

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