Dagli accessi “divisi” al Pronto Soccorso alle protezioni obbligatorie, pubblicate le Linee Guida sull’assistenza sanitaria nella “Fase 2”

La Regione ha pubblicato le Linee Guida relative alla fase 2 dell’emergenza coronavirus concernente la riattivazione dell’assistenza sanitaria. In particolare, al fine di ridurre la diffusione del virus Sars Cov2, è indispensabile ripensare e ridefinire radicalmente i processi organizzativi e assistenziali, gli spazi e l’articolazione delle diverse attività sanitarie all’interno delle strutture sanitarie e socio-sanitarie nell’arco della giornata e della settimana. Si rende necessaria la formazione continua di tutto il personale operante in strutture sanitarie (medici, infermieri, operatori sanitari, ecc. ) in materia di prevenzione e controllo dell’infezione da Sars Cov2. Gli ambiti da considerare nella definizione di queste misure per garantire le prestazioni sanitarie ed amministrative appropriate sono:
– l’accesso alle strutture sanitarie deve avvenire, in linea di principio, previa prenotazione, privilegiando altresì le attività da remoto;
– le modalità di accesso delle persone alla struttura sanitaria, a seconda del tipo di soggetto, della finalità di accesso e delle attività/prestazioni che deve svolgere/fruire;
– la definizione di percorsi idonei a veicolare, ordinatamente, i flussi di persone, in modo da ridurre la promiscuità fra potenziali infetti e negativi;
– le misure precauzionali, di prevenzione e di protezione dei diversi soggetti;
– la definizione delle misure igieniche di prevenzione negli ambienti.
Di seguito una sintesi degli altri aspetti (per consultare le linee guida complete cliccare LINEE_GUIDA_FASE_2_ASSISTENZA_SANITARIA).

Strutture residenziali e Strutture di riabilitazione.
Per gli ospiti delle strutture residenziali e semiresidenziali sono richiesti una stretta sorveglianza e monitoraggio. Ogni struttura, comprese quelle di riabilitazione, dovrà procedere alla definizione di un piano aziendale per la gestione dei “rischi Covid”, in particolare dovrà:
– dotare il proprio personale dei dispositivi di protezione individuale;
– garantire una adeguata formazione di tutto il personale ivi operante mediante percorsi formativi e di prevenzione specifica, anche utilizzando piattaforme FAD;
– adottare misure idonee ad evitare gli spostamenti e i contatti sociali di tutto il personale operante all’interno della struttura con svolgimento della attività lavorativa esclusivamente all’interno di una singola struttura o, qualora la struttura sia dotata di più stabilimenti, esclusivamente all’interno del medesimo stabilimento;
– garantire per tutto il personale il controllo quotidiano in entrata e in uscita della temperatura con annotazione dei dati in apposito registro, anche elettronico, da custodire nel rispetto della disciplina in materia di tutela dei dati. In caso di temperatura maggiore di 37,5 °C si dovrà provvedere alla misurazione della saturazione di ossigeno ed annotarne parimenti i valori, e attivare le opportune misure ai fini della prevenzione e controllo del potenziale contagio;
– predisporre l’utilizzo di attrezzature monouso, o altrimenti dedicate al paziente e disinfettate tra un utilizzo e l’altro.
– accertarsi che il trasporto da e per la struttura degli utenti avvenga in sicurezza.
Inoltre, la ripresa graduale degli interventi fino ad una stabilizzazione della situazione emergenziale impone di ridurre il numero di assistiti presenti.
Per quanto riguarda l’attività ambulatoriale, la durata del trattamento riabilitativo sarà di 50 minuti. I rimanenti 10 minuti saranno utilizzati per la sanificazione dell’ambiente, degli arredi e degli attrezzi. Per quanto riguarda l’attività domiciliare, la durata del trattamento riabilitativo sarà di 50 minuti. I rimanenti 10 minuti sono necessari all’inizio e al termine del trattamento, al lavaggio delle mani, ad indossare e cestinare i DPI. E’ fatto obbligo all’operatore dipendente del Centro che esegue le prestazioni di segnalare la presenza di familiari con sintomatologia riconducibile a infezioni covid-19. Al momento della effettuazione del trattamento dovranno essere presenti nel domicilio esclusivamente i componenti del nucleo familiare convivente. Le Strutture eroganti prestazioni di riabilitazione ambulatoriali potranno attivare interventi da remoto per diverse finalità: ascolto, sostegno, counseling, monitoraggio dello stato di salute del paziente, supporto ai caregiver.

Poliambulatori e liberi professionisti.
Per quanto riguarda poliambulatori e liberi professionisti, oltre alle linee generali indicate in precedenza, dovranno adeguarsi alle seguenti indicazioni: triage telefonico per evitare l’accesso ai pazienti con febbre o sintomi correlabili al Covid-19, gestione delle prestazioni sanitarie esclusivamente per appuntamento, frequente aereazione e periodica sanificazione degli ambienti, costante utilizzo di mascherine, guanti, camici e disinfettanti. Devono essere privilegiate le modalità di erogazione di prestazioni a distanza (mediante telefono, videochiamata, videoconferenza, ecc.), specialmente per quanto attiene le visite di controllo, l’aggiornamento dei piani terapeutici, il follow-up. Non è ammessa, di norma, la presenza di accompagnatore, eccezion fatta per minori, disabili, utenti fragili, non autosufficienti e persone con difficoltà linguistiche-culturali. Negli studi vi deve essere una adeguata dotazione di mascherine e gel disinfettante per le mani. Dopo ogni visita medica è necessario igienizzare le superfici di maggior contatto (piano del tavolo, maniglie, sedie) con prodotti a base di alcol, di cloro o perossido di idrogeno. A fine giornata di lavoro è inoltre necessaria una pulizia dei pavimenti con prodotti a base di alcol, di cloro o di perossido di idrogeno. Occorre tenere traccia, delle operazioni di sanificazione compiute.

Accesso al Pronto Soccorso.
Tutti gli operatori sanitari, gli utenti e gli eventuali accompagnatori autorizzati devono essere dotati di DPI, mascherina chirurgica e guanti per tutto il tempo di permanenza in Pronto Soccorso, dotando gli ambienti di cestini per i rifiuti a rischio infettivo a doppio sacco. In questa fase di riavvio progressivo dell’attività ordinaria risulta indispensabile che all’interno dei Pronto Soccorso siano mantenuti distinti e funzionalmente separati i percorsi di gestione e cura dei pazienti con e senza sintomi sospetti Covid-19 al fine di ridurre al minimo le possibilità di contagio intraospedaliero. Tutti gli utenti che accedono al Pronto Soccorso devono transitare in un area di pre-accettazione esterna alla struttura dove vengono identificati i pazienti con sintomi compatibili con Covid-19 (febbre e/o influenza, tosse, mal di gola, difficoltà respiratoria) e, in tal caso, avviati alla valutazione all’interno del percorso compatibile Covid-19. In caso contrario è invece previsto l’avvio al percorso standard. L’utente che accede all’ospedale per una prestazione urgente di Pronto Soccorso:
– non potrà essere, di norma, accompagnato all’interno dei locali da terze persone, eccezion fatta per minori, disabili, utenti fragili, non autosufficienti e persone con difficoltà linguistiche-culturali;
– all’ingresso l’utente dovrà essere sottoposto preliminarmente ad un pre-triage in un’area strutturalmente separata dal Pronto Soccorso per verificare le sue condizioni di salute in rapporto all’infezione da COVID-19 (temperatura, sintomi, anamnesi per verificare la storia di malattie respiratorie pregresse o in corso), la dotazione di idonea copertura di naso e bocca, l’esecuzione di igiene delle mani/guanti, in assenza della quale viene fornita una mascherina ed eventualmente va aiutata la persona ad indossarla correttamente;
– in caso di sintomi/segni significativi di sospetta infezione respiratoria da Covid 19 il soggetto dovrà essere sottoposto a tampone naso-faringeo e sostare in spazi del Pronto Soccorso dedicati e almeno funzionalmente separati, secondo un percorso distinto da quello per gli utenti ordinari fino all’arrivo del referto del tampone; nel caso in cui non sia necessario trattenere il paziente in osservazione, lo stesso potrà essere dimesso a domicilio;
– in caso di emergenza/urgenza che non consente di attendere il referto, la persona va trattata come infezione da Covid e gestita con tutte le precauzioni del caso;
– analogo approccio va previsto anche per le persone che giungono in ambulanza, con la variante che il pre-triage va fatto al momento e sul luogo del soccorso;
– anche nelle aree comuni del PS devono essere rispettati i criteri di distanza fra le persone di almeno 1 metro, gli utenti dovranno, altresì, rispettare le misure igieniche descritte e si darà l’indicazione di rimanere in sala di attesa;
– al termine dell’iter diagnostico per Covid, la persona potrà essere inviata a domicilio o essere ricoverata.

Ricovero programmato e attività chirurgica.
Il ricovero programmato deve prevedere nei giorni immediatamente precedenti l’esecuzione del tampone diagnostico da parte dell’Asrem, in regime di prericovero. Questo deve comprendere anche la considerazione della necessità o meno di procedere ad approfondimento diagnostico anche mediante Rx torace. Il soggetto negativo segue il percorso di ricovero ordinario. Diversamente, qualora il tampone risulti positivo, il ricovero andrà evitato a meno della presenza di patologie tempo-dipendenti o di criticità cliniche non rinviabili. Per le attività chirurgiche, andranno create liste di priorità per gli interventi di classe A, di classe B e oncologici, oltre che di quelli non procrastinabili. Per gli altri interventi programmabili devono essere pianificate le attività relative all’interno del sistema di offerta ospedaliera, sia pubblica che privata accreditata. Il paziente che deve essere sottoposto ad intervento chirurgico in emergenza, data l’impossibilità di attendere l’esito del tampone, viene gestito come se fosse un paziente Covid positivo

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