In periodo di pandemia c’è chi arranca per il lockdown e per una ripartenza piena di incognite e chi può far festa. Almeno stando agli atti. La nomina “farsa” di Maurizio Tiberio nella giunta regionale fatta da Donato Toma a ridosso della votazione del bilancio costa ai molisani, a beneficio dell’assessore “passeggero”, la bellezza di 5600 euro. Nella parte della determina riportata in basso si può notare come il periodo di riferimento sia dal 20 aprile al 3 maggio, ossia fino alla data in cui Tiberio ha rassegnato le dimissioni. Quindici giorni, come si suol dire – 14 ad esser precisi, – in cui l’unico assessore formalmente nominato in quel periodo, non avendo di fatto deleghe assegnate dal presidente, non ha fatto – non certo per inadempienza – nulla. Così funziona anche in tempo di Covid: a una partita Iva a cui è ordinato di fermarsi vengono liquidate 600 euro per un mese (e molti stanno ancora aspettando), a un assessore nominato per una strategia politica 5mila euro in più per la metà del tempo.
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