Con le restrizioni anti contagio dal coronavirus allentate o venute meno rispetto ai primi due mesi di chiusure forzate e mobilità limitatissima è possibile fare una stima, quantomeno parziale, di quanto siamo stati rispettosi delle misure imposte dal Governo. Sono quasi 900 le sanzioni elevate a carico di altrettanti cittadini solo in provincia di Campobasso in circa 3 mesi (dati Prefettura, aggiornati al 17 giugno), mentre in quella di Isernia non c’è ancora un dato aggiornato. A fronte di meno di 220mila residenti nella provincia maggiore, significa che è stata elevata una sanzione ogni 250 abitanti, ma bisogna considerare anche i soggetti di fuori regione fermati e controllati dagli organi di polizia locali e i recidivi. Dei sanzionati, 188 sono stati prima segnalati all’Autorità Giudiziaria e poi gli atti, con la depenalizzazione e quindi della conversione della sanzione da penale ad amministrativa, sono finiti in Prefettura, mentre 693 sono stati “multati” dagli organi di controllo e i loro nomi finiti direttamente sul tavolo del Palazzo del Governo di Campobasso. Le restrizioni violate riguardano quelle indicate nell’art. 1 del Decreto Legge n. 19 del 25 marzo 2020 recanti “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19”. Sono quindi compresi diversi comportamenti e attività che sono stati vietati soprattutto in periodo di lockdown, ossia marzo e aprile, mentre già da maggio molte restrizioni, nel corso delle settimane, sono state allentate o sono venute meno. Si va dal divieto di assembramento e dalla mobilità fuori casa e sulle strade, consentita solo per motivi urgenti e di lavoro, accompagnati dalla ormai nota autocertificazione, alla regolamentazione di aperture e orari delle attività industriali e commerciali. Delle quasi 900 sanzioni, 147 sono state contestate davanti al Prefetto, primo organo competente sul ricorso (l’eventuale appello viene proposto davanti al giudice), con presentazione di scritti difensivi e in alcuni casi con richieste di audizione.
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