Scuola a settembre, i dubbi di docenti e genitori. Appello alle istituzioni locali: “Gli studenti non sono solo numeri”

Pressioni del movimento "Lanterne e grembiuli"

In rappresentanza di “Lanterne e grembiulini”, Adele Fraracci, Maria Vittoria Farinacci, Irene Barone, Elena De Oto, Simonetta Tassinari, Daniela Fabrizi e Michele Messere hanno inviato nota e appello ai rappresentanti politici locali, in particolare al presidente della Regione Donato Toma, all’assessore all’istruzione Di Baggio, ai sindaci di Campobasso e Isernia, ai presidenti delle Province di Campobasso e Isernia, all’ANCI Molise, e per conoscenza all’Ufficio scolastico regionale. Nel sottolineare come la scuola sia risultata questione periferica nell’agenda di governo e nello stigmatizzare le risultanze deludenti del “piano” elaborato dal ministero all’istruzione, da cui si evince l’assenza tanto di una visione strategica della scuola, quanto del rispetto di quella che è la sua autentica missione, è stato riproposto l’appello in cui sono contenute rivendicazioni e proposte, lanciato a Campobasso settimane fa con l’iniziativa “Lanterne e grembiulini”, che ha registrato la condivisione di centinaia e centinaia di cittadini, fra cui docenti, genitori, giovani, rappresentanti della società civile. L’appello ha trovato residenza e sintesi sul territorio nazionale in rete coi movimenti che, attivati dal basso, si battono sul versante scuola e rivolgono le proprie istanze al governo centrale. “La nostra iniziativa – affermano i rappresentanti del movimento – ritiene ora rivolgersi anche a coloro che sono stati investiti direttamente dal ministro a impegnarsi fattivamente sul versante logistico – e non solo- e a rendere attuabile, in sicurezza, la ripartenza a settembre delle scuole molisane. Nella presa di coscienza che l’ascensore sociale si è bloccato in Italia nella stessa scuola, come anche i dati afferenti alla dad confermano, essa deve recuperare, dopo la dolorosa esperienza del covid 19, la sua più genuina finalità: garantire agli studenti una formazione che non sia una arida somma di contenuti, bensì una palpitante somma di valori da interiorizzare sul piano conoscitivo, razionale e sentimentale. Questo lo si può fare lì dove non esiste il dispari ma il pari, ossia nelle aule scolastiche deputate a formare il cittadino democratico e non l’homo oeconomicus, cui il modello aziendale degli ultimi anni aspira. Proprio l’esperienza straniante che abbiamo vissuto dovrebbe insegnare che correre dietro alle emergenze è cosa dura e chi ha ruolo d’indirizzo politico ha ora il dovere, proprio al fine di non inseguire gli eventi sui tanti fronti aperti e critici che attanagliano il mondo della scuola, di saper pianificare e realizzare programmi mirati e ariosi. Sappiamo che le istituzioni locali saranno impegnate in tavoli inter istituzionali per cercare soluzioni per la ripartenza della scuola in Molise; a tal fine ci sembra opportuno sottoporre all’attenzione la nostra iniziativa e il nostro appello, condividere le nostre preoccupazioni e le nostre sollecitazioni a che nelle sedi deputate, in quei tavoli, certe riflessioni possano trovare accoglimento per assicurare le scelte migliori. In fondo le istanze che provengono con spirito critico e collaborativo dal basso, nella idea che la scuola rappresenta un baluardo di difesa e di attuazione della Costituzione – punto su cui siamo chiamati tutti a dare il nostro contributo, nella specificità dei ruoli e delle funzioni di ciascuno – non possono che concorrere a offrire un quadro per scelte ponderate e il più possibile condivise. La scuola è di tutti”.

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