Le “staccano” il gas, 2 mesi di odissea senza risposte per una 55enne: “La caldaia è a norma e pago le bollette”

La donna si è affidata ad un legale

Gasherd

E’ una di quelle storie senza senso, che non sembrano trovare ragione ma che comportano conseguenze serie e imprevedibili, mentre i tentativi di porvi rimedio rimbalzano contro un muro di gomma. Protagonista è una 55enne molisana che, come ci racconta, da un paio di anni vive in affitto in un appartamento del centro di Campobasso. Dal 4 agosto la donna non può più usufruire del gas domestico. La fornitura le è stata sospesa in attesa di un adeguamento a norma della caldaia che in realtà, spiega lei, è già stato realizzato. La signora ha cercato di dimostrare di essere in regola. Ma il meccanismo di corrispodenza e riscontro fra protagonisti e intermediari sembra essersi inceppato. Morale: sono 2 mesi che la malcapitata vive senza riscaldamento con l’anno che si avvia ad entrare nel suo periodo freddo. Andiamo con ordine. I guai della donna iniziano a dicembre 2019. Già l’anno precedente era pervenuto un avviso di mancata revisione della caldaia che in realtà era stata fatta effettuare dal proprietario dell’appartamento. La signora contatta il manutentore e riceve le dovute rassicurazioni: non ci sono problemi. A fine 2019, quindi, durante un controllo a campione viene riscontrata una anomalia. Nessun pericolo, ma è necessario un adeguamento. Viene ancora contattato il manutentore e una volta effettuato l’intervento richiesto la situazione viene risolta. Almeno apparentemente. Perché a marzo di quest’anno, in pieno lockdown, arriva all’affittuaria una raccomandata dalla società di fornitura del gas in cui si chiede l’adeguamento dell’impianto entro 90 giorni, pena la sospensione del servizio. Convinta di aver già provveduto a quanto richiesto e con i pagamenti che – sostiene – sono in regola, la donna probabilmente non ritiene di fare altro , finché il 4 agosto la società le chiude i “rubinetti”. Inutile dire lo sconforto dell’inquilina di casa, rimasta da un giorno all’altro senza il gas, e che dopo vane telefonate dedice di raccogliere tutta la documentazione necessaria e portarla alla Regione, ente deputato al controllo che opera attraverso ditte delegate. Il 14 agosto un dipendente della Regione che prende in carico la questione della 55enne invia una pec alla sede centrale della società di fornitura di gas in cui si fa presente che l’anomalia è stata sanata e l’impianto adeguato. La situazione non cambia e il 7 settembre la ditta incaricata alle ispezioni invia a sua volta una pec ad un referente della società del gas. In entrambi i casi le mail non ricevono risposta, né la fornitura di gas viene riattivata. L’odissea che sta vivendo la 55enne, che inutilmente ha tentato di contattare o di avere risposte dalla società tramite i numeri telefonici a disposizione dell’utenza, l’ha portata ad affidarsi ad un avvocato, il quale alcuni giorni fa ha notificato al fornitore del servizio una diffida con messa in mora al fine di sollecitare la riattivazione del gas all’utenza della donna e chiedendo i danni per il disagio subito e che la stessa continua a subire. “Ho fatto tutto quello che era necessario, ho pagato persino l’ultima bolletta. E’ una situazione insostenibile. Non so più che fare”.

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