“Su e Giù” virtuale, primo anno senza “start” ma la corsa non si è fermata. Edizione dedicata a Levri e alla follia dei giovani

La pandemia ha fermato, per la prima volta nella sua storia, la tradizionale “Su e Giù”, la grande manifestazione organizzata a novembre di ogni anno dal gruppo sportivo Virtus che richiama migliaia di atleti e appassionati sia di Campobasso che da altri centri della regione per correre fra le strade della città lungo un percorso di circa 7 chilometri. Oggi si sarebbe dovuto sentire il 47esimo “start” da piazza della Vittoria ma le norme anti Covid hanno imposto il blocco ufficiale della gara. Nonostante ciò, il percorso è stato ugualmente tracciato, dando modo ad un numero contenuto di podisti e cittadini di vivere la propria Su e Giù nel rispetto delle disposizioni anti assembramento. La Virtus di fatto non ha rinviato la 47esima edizione, l’ha resa piuttosto virtuale, confermando peraltro le altre iniziative legate alla manifestazione. “La Su e Giù non si corre ma si fa“, ci ha riferito al telefono il presidente della Virtus, Nicola Baranello (a destra nella foto in alto). “Era impossibile e vietato far correre seimila persone, ma in questa maniera, nel rispetto delle norme, abbiamo dato la possibilità a chiunque di non abbandonare completamente una tradizione“. Baranello ha ricordato gli altri elementi caratterizzanti di questa “uscita” virtuale. L’edizione è dedicata alla follia dei giovani che possono e vogliono osare per realizzare i propri sogni, ma anche a Luciano Levri (a sinistra nella foto in alto), missionario centrattacco protagonista del gruppo sportivo negli anni ’60, scomparso circa un mese fa. A giorni uscirà il tradizionale giornalino con articoli storici e d’attualità legati alla manifestazione e con i volti dei protagonisti, di oggi e del passato. Inoltre le premiazioni che generalmente avvengono nel corso della presentazione della Su e Giù saranno effettuate nella settimana prima di Natale e andranno in onda su una rete televisiva locale.

Non mancherà in quella circostanza il segno del Maestro Domenico Fratianni, scomparso l’anno scorso. La figlia infatti avrebbe individuato in un quadro del padre raffigurante Don Chisciotte il tema della follia associato a questa edizione. “La Su e Giù per Campobasso e per i campobassani c’è anche quando, come quest’anno, non la si può correre e lo hanno giustamente sottolineato gli organizzatori del Gruppo Sportivo Virtus“, commenta il sindaco Roberto Gravina. “Nello sport le sfide sono la spinta necessaria per lavorare con l’obiettivo di migliorarsi, pensando più che alle vittorie e ai record, alla crescita e alla realizzazione di un proprio sogno. La Su e Giù, da quando venne ideata, quasi mezzo secolo fa, di sfide ne ha messe in cantiere tante e le ha tutte affrontate con il piglio dell’atleta vero e con il cuore, che non conosce età, dell’appassionato. Per questa manifestazione che ha saputo intrecciare lo sport con la tradizione divenendo un simbolo della nostra realtà cittadina, la sfida di quest’anno rappresentava ancora di più la sfida di un’intera comunità, la sfida di tutti noi che nonostante le difficoltà contingenti, portate nel nostro vivere e nelle nostre abitudini quotidiane dalla pandemia, non vogliamo che le cose belle a cui teniamo e che ci vedono protagonisti, passino senza lasciare traccia. L’attività della nostra mente e quella del nostro animo sono quanto gli ideatori della Su e Giù ci richiedono, quest’anno più che mai, di rendere come qualcosa di aperto e condivisibile, lasciando che la proiezione di un prossimo futuro diventi già nel presente forza, energia e speranza. Tutte doti che ci servono come comunità non solo per portare a termine una gara o per uscire a testa alta da una sfida, ma per riposizionare la partenza e l’arrivo di questa gara senza scappare dal presente, affrontandolo, invece, insieme, come insieme, sin dall’inizio e per 47 edizioni (inclusa questa) ci ha insegnato a correre la Su e Giù.”

(al centro una foto dell’edizione del 2019)

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