Bancarotta fraudolenta e riciclaggio per oltre 1 mln di euro, il broker molisano Gianluigi Torzi nel mirino della Finanza

Coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Larino, i finanzieri della locale tenenza della Guardia di Finanza hanno portato a termine indagini di polizia giudiziaria tese all’accertamento di condotte distrattive di denaro, che sarebbero state perpetrate nell’ambito di un gruppo societario – composto da tre società – gravitante intorno ad una società operante nel settore dei fertilizzanti, facente capo al broker molisano Gianluigi Torzi, originario di Guardialfiera e trapiantato per anni a Termoli, di recente interessato anche a fatti di cronaca, su scala nazionale, afferenti ad investimenti e cartolarizzazioni in ambito internazionale, riguardanti in particolare la compravendita dell’immobile di Londra che ha scatenato uno dei più grandi scandali finanziari in Vaticano. Nell’operazione odierna sarebbe coinvolto anche il fratello del broker I risultati ottenuti, che testimoniano una casistica variegata di condotte fraudolente, sono stati il frutto di un attento approfondimento delle posizioni dei soggetti, sia persone fisiche sia persone giuridiche, che sono stati interessati a vario titolo dalle indagini nonché dei relativi sviluppi sul piano economico-patrimoniale. L’esito degli accertamenti svolti dalle fiamme gialle, infatti, ha permesso di constatare fattispecie delittuose di bancarotta fraudolenta per distrazione, autoriciclaggio, riciclaggio e responsabilità penale degli enti, per oltre un milione di euro.

Un’attività investigativa mirata, che si è avvalsa anche delle peculiari banche dati a disposizione della Guardia di Finanza nonché della specificità di intervento del corpo previo approfondimento delle singole posizioni, personali e societarie, con i tipici poteri di polizia economico-finanziaria. Il contrasto agli illeciti, perpetrati anche in ambito transnazionale ed i conseguenti risvolti economico-finanziari, soprattutto attraverso misure di contrasto patrimoniale, quali il sequestro dei proventi illeciti maturati in capo a chi pone in essere comportamenti illegali, si conferma obiettivo della mission istituzionale della Guardia di Finanza, in stretto coordinamento con l’autorità giudiziaria, ancor di più nell’attuale quadro economico in tempi di “covid-19”.

Chi è Gianluigi Torzi.
Gianluigi Torzi, classe ’79 originario di Guardialfiera, è noto in Molise innanzitutto per i suoi affari come imprenditore. Risulta nel cda della società fondata dalla famiglia Torzi nel 2014 e destinata alla produzione di sistemi di biotecnologie green per uso agricolo. Nel corso degli anni si è specializzato nel mondo del brokeraggio, arrivando in fretta a svolgere attività di intermediazione per grandi società del panorama nazionale ed internazionale, al punto da essere definito un genio della finanza. Attualmente è titolare di varie società che detengono fondi di investimento. Amico ed ex socio del precedente governatore del Molise, Paolo Frattura, tre anni fa è finito con quest’ultimo al centro di un’inchiesta giudiziaria, poi conclusa con l’archiviazione, per una villa al mare a Termoli in comproprietà con l’ex presidente della Regione, aiutato da Torzi nella sua acquisizione da una famiglia che a sua volta aveva accusato Frattura di aver occupato abusivamente la proprietà. A giugno di quest’anno è stato arrestato dalla Gendarmeria del Vaticano con le pesanti accuse di peculato, estorsione, truffa aggravata ed autoriciclaggio nell’ambito della trattativa per riportare la Sloane Avenue di Londra (foto in basso) nelle mani della Santa Sede. Torzi era l’intermediario ingaggiato dalla Segreteria di Stato per “traghettare” l’immobile dal fondo Athena controllato da Raffaele Mincione, in cui la Segreteria di Stato aveva investito 200 milioni di dollari nel 2013, verso una società controllata al 100% dal Vaticano. Torzi nell’operazione avrebbe incassato una provvigione di 10 milioni di euro. In totale tra acquisto e debito esistente sul palazzo, l’impegno finanziario del Vaticano si sarebbe aggirato sui 300 milioni di euro, vicenda che aveva provocato una crisi istituzionale al di là delle mura leonine, portando a sei sospensioni. Nel 2019 Torzi è stato inoltre citato in giudizio per frode commerciale davanti all’Alta Corte di Giustizia d’Inghilterra e del Galles dalla compagnia assicurativa romana Net Insurance per un ammanco di Btp.

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