Scuole, lunedì si torna in classe al 75%, studenti campobassani protestano: “Restiamo a casa, continuiamo con la dad”

"Non ci sentiamo sicuri"

Domani 18 gennaio scatterà in Molise il ritorno in classe per gli studenti delle scuole di secondo grado, con la presenza al 75%, organizzata con i singoli istituti. Una scelta azzardata, secondo il coordinamento dei rappresentanti d’istituto delle scuole superiori di Campobasso, visto l’andamento epidemiologico nazionale e regionale. Motivo per cui almeno una parte di loro sceglierà di restare a casa per continuare con la didattica a distanza. Nelle scorse ore, infatti, è stata lanciata una iniziativa che prevederà per la giornata di domani, e probabilmente anche per quella di martedì 19, in attesa di provvedimenti, l’astensione dalla presenza in classe. Non uno sciopero, anche perché dal coordinamento fanno sapere che chi aderirà all’iniziativa sarà pronto davanti al computer per seguire regolarmente le lezioni. L’adesione ovviamente sarà su base volontaria. “Tenendo conto che all’8 gennaio il Molise contava un indice Rt di 1.27, tale quindi da appartenere ad una zona rossa, e considerando la situazione ospedaliera della regione, è imprudente la scelta di riaprire in modalità alternata le scuole“, afferma il coordinamento. “Anche a fronte dell’appello firmato da 332 professori della regione, ma rimasto inammissibilmente ascoltato dalle istituzioni, gli studenti hanno ritenuto opportuno presentare la richiesta di continuare in maniera costante la didattica a distanza al 100% agli inizi di febbraio o fin quando i dati in nostro possesso non saranno sufficientemente rassicuranti, in modo tale da evitare che la cultura possa subire un arresto ma che continui invece a fluire nei singoli in totale sicurezza“. E ancora: “Scuola non vuol dire soltanto svolgere lezioni in presenza. Scuola vuol dire confronto, partecipazione, linguaggio libero, e per essere riconosciuta in quanto tale, docenti e studenti devono poter sentire tutelata la propria sicurezza. Imporre il rientro senza dare prova di una adeguata protezione nuoce alla libertà espositiva bloccando il corretto e totale andamento della didattica. Scuola vuol dire anche andare a scuola, muoversi per raggiungere l’edificio scolastico e nonostante si evinca che il trasporto pubblico sia stato potenziato a noi studenti non è pervenuto alcun dato preciso riguardo i mezzi aggiuntivi tale da poter comprendere se la situazione di assembramento su di essi verificatasi lo scorso settembre sia stata superata o meno. Scuola vuol dire apprendere, un apprendimento che apre la mente e fornisce gli strumenti per comprendere come la legge fondamentale sia fare del bene, anche proteggendo i nostri cari. Rammentiamo sempre che l’essere italiani è sinonimo di calore, un calore che si manifesta anche nella presenza ravvicinata e nell’assistenza dei parenti più anziani. In attesa di un riscontro, gli studenti hanno deciso di non rientrare in presenza ma di continuare in didattica a distanza fin quando la situazione non consentirà altrimenti, così da garantire e tutelare i diritti fondamentale della nostra Costituzione: il diritto allo studio e il diritto alla salute“. Nei giorni scorsi, invece, l’Unione degli Studenti aveva lanciato una iniziativa social proprio in vista del ritorno in classe senza le dovute certezze. La condivisione di fogli e cartelloni attraverso cui viene richiesta l’effettuazione a tappeto di tamponi rapidi anti Covid a docenti e studenti.

Exit mobile version