Schianto fatale sulla Ss 17, doloroso risveglio per la morte del 24enne Simone Di Tore. “Ciao cuore matto”. Domani i funerali

Migliora l'altro giovane coinvolto nell'incidente

E’ una mattinata di dolore per la città di Isernia e per l’intera comunità molisana, che nel tardo pomeriggio di ieri ha perso uno dei figli più giovani di questa terra. Simone Di Tore, 24 anni, è deceduto sul colpo nello schianto sulla Statale 17, all’altezza del bivio per Carpinone, fra la sua Alfa 147 che si muoveva in direzione di Isernia e la Mini One guidata da un 26enne, che procedeva nella direzione di marcia opposta. Il destino ha voluto che i due ragazzi si conoscessero, almeno secondo indiscrezioni, cosa peraltro non sorprendente in una città di poco più di 20mila abitanti, ma Simone non ha avuto il tempo di vedere il volto dell’altro conducente, forse neanche di capire bene, in quegli ultimi, drammatici attimi, cosa gli fosse venuto contro. L’altro ragazzo si trova ricoverato all’ospedale Veneziale. Avrebbe riportato diverse fratture al femore. Non è in pericolo di vita. Come da prassi, è stato sottoposto da parte delle forze dell’ordine all’esame dell’etilometro e al drug test per verificare se al momento dell’incidente fosse ubriaco o avesse assunto stupefacenti. Il magistrato intanto non ha ritenuto di disporre l’autopsia sul corpo del 24enne, dando il nulla osta per il rilascio della salma ai familiari. I funerali saranno celebrati domani, lunedì, alle ore 15 presso la Cattedrale di Isernia. Lascia i genitori e una sorella. Simone, artigiano, lavorava presso la ex Ittierre. Bel ragazzo e dallo sguardo buono, in queste ore sulla sua bacheca si stanno susseguendo numerosissimi messaggi di cordoglio e di vicinanza alla famiglia. “Nella vita non conta chi sei o cosa fai, ma quello che riesci a donare lungo il tuo cammino“, si legge in un post pieno di tristezza. Per gli amici era “cuore matto”, un soprannome forse nato per la voglia di osare, dettata dalla spensieratezza dei suoi anni e dalla convinzione che certe occasioni vanno prese al volo. “Eri tanto matto sì – lo prende in giro un amico, come se fosse ancora davanti a lui – ma il cuore che avevi tu ce lo possiamo solo sognare“.

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