Dal “supporto” dei nonni alle offerte migliori sugli acquisti, i “sotterfugi” per spostarsi fra comuni in fascia arancione. I chiarimenti del Governo

Sono tante le domande che in queste ore si stanno ponendo tanti molisani sulla possibilità di spostarsi fra comuni in base all’ultima ordinanza del Ministero che ha collocato il Molise in fascia arancione da ieri 21 febbraio e fino al 7 marzo. Come ampiamente ribadito, le restrizioni impediscono la libera circolazione fra comuni, tranne ai residenti di quelli fino a 5mila abitanti ma entro i 30 km dai confini comunali (anche fuori regione), purché non ci si sposti verso i capoluoghi di provincia, quindi Campobasso e Isernia nel nostro caso. Tutti gli altri, pertanto, dovranno munirsi di autocertificazione per spostarsi al di fuori del proprio comune di residenza e gli stessi saranno consentiti solo per motivi di lavoro, salute o comprovate necessità. Ma mentre nei primi due casi la giustificazione è abbastanza chiara, ci si chiede quali siano le “necessità” concesse. Consultando le tante faq aggiornate sul sito del Governo, ci si accorge che i motivi possono essere molti di più di quelli che ci si immagina, così come vengono chiariti tanti luoghi comuni. ‘Se due genitori con un figlio molto piccolo lavorano, possono affidare il bambino ai nonni che vivono in altro comune?’, ci hanno chiesto alcuni lettori. Ebbene, il Governo, per quanto tenda a sconsigliarlo, permette ai genitori chiamati a lavorare fuori casa di recarsi presso l’abitazione dei nonni – e non il contrario – per lasciare temporaneamente a loro il figlio. ‘E per fare la spesa?’, chiedono altri. Qui la risposta appare addirittura una sorpresa per molti. La premessa è che ognuno dovrebbe fare acquisti nel proprio comune di residenza in base alla disponibilità dei punti vendita: ad esempio la spesa alimentare, dato che ogni comune generalmente ha almeno un supermercato o dispensa sul territorio, bisognerebbe farla nel proprio comune di residenza, mentre prodotti specifici che non è possibile trovare nel centro in cui si vive possono essere acquistati in altri comuni. Ma la possibilità può essere allargata a tutte le categorie nel momento in cui “un Comune contiguo al proprio presenti una disponibilità, anche in termini di maggiore convenienza economica, di punti vendita necessari alle proprie esigenze“. Quindi se c’è una migliore offerta in altro territorio. Tutto ciò, in ogni caso, sempre riportandolo nell’autocertificazione che consentirà poi alle forze dell’ordine, in sede di controllo, di riscontrarlo. E’ possibile spostarsi fra comuni anche in bicicletta o a piedi nell’ambito dello svolgimento di attività sportiva. Visite ad amici e parenti invece non è consentito al di fuori del proprio comune, come era permesso invece durante le festività, mentre nello stesso comune di residenza è consentito ma per massimo due persone, oltre a quelle già conviventi, nell’abitazione di destinazione. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che convivono con loro. Tutte le altre curiosità è possibile consultarle qui.

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