L’assalto alle cancellerie da parte del Foro, il concorso fa gola ai giovani avvocati in cerca di nuove esperienze e un futuro “certo”

Francesca attende seduta e nervosa il suo turno sulla panca posizionata accanto all’ingresso dell’aula Francesco Colitto riservata alla Corte d’Appello nel Palazzo di Giustizia di Campobasso. Le sue mani leggermente sudate si muovono avanti e indietro, un paio di volte, lungo le sue cosce. La mascherina bianca, che copre la parte inferiore del viso, non permette di sbirciare l’espressione della sua bocca ma scommettiamo che in quel momento si stia mordicchiando il labbro inferiore. Lei è una dei giovani avvocati, freschi di abilitazione e di iscrizione all’Albo o comunque all’inizio della carriera professionale, che sta cercando di conquistare un futuro “certo” come cancelliere esperto presso il Tribunale. Si tratta dell’ultimo e più corposo dei tre concorsi straordinari previsti per il Ministero della Giustizia all’interno del “Decreto Rilancio” che riserva 2700 posti divisi in tutta Italia. In Molise, o meglio nel distretto di Campobasso, sono previsti appena 20 posti e ogni candidato ha potuto scegliere solo una sede in cui presentare domanda. Chi sostiene la prova a Campobasso concorre per ricoprire un posto presso il distretto dell’Aquila, mentre per “puntare” sul Molise la sede dell’esame è Bari. Dalla seconda settimana di aprile è iniziata la prova orale per coloro che sono stati selezionati in una graduatoria in base ai titoli e si andrà avanti fino al 17 maggio. Francesca non è l’unica della sua categoria ad averci provato. “Ci sono miei colleghi, amici e amiche, che in questi giorni stanno sostenendo l’esame orale“, ci racconta. Perché prendere una strada alternativa, sempre nell’ambito giudiziario, ma diversa dalla professione legale? “C’è chi l’ha considerata da tempo, già durante gli studi, e chi invece l’ha vista come una opportunità presentatasi all’improvviso. Diciamocelo. Investire nella professione oggi e arrivare a fine mese per un giovane avvocato è ancora più complesso rispetto al passato in un territorio come il nostro. Siamo diventati tanti, e quindi c’è molta concorrenza in una regione che si sta spopolando, abbiamo tanti oneri da sostenere per lo studio e per l’aggiornamento, la giustizia ha un costo e tante persone con la crisi in atto non riescono a sostenerne le spese. Credo in ciò per cui ho studiato e nel percorso finora fatto, ma è chiaro che la prospettiva di un futuro certo, con maggiore stabilità, non mi dispiace“. Secondo voci di corridoio, operatori, assistenti, precari, che da anni ruotano attorno al Palazzo di Giustizia – e che sono stati selezionati – non starebbero avendo molta fortuna mentre sarebbero proprio gli avvocati quelli che stanno passando la prova orale. Ma, ripetiamo, si tratta di indiscrezioni. Non è invece una indiscrezione la partecipazione al concorso di avvocati anche noti del Foro locale, che si possono etichettare ancora giovani ma non certo dei pivelli. Più di qualche volto conosciuto è stato avvistato passare per questa porta, mentre altri avrebbero partecipato fuori regione (a Bari, appunto, per rientrare nel distretto molisano), senza farlo sapere troppo in giro. Così, per scaramanzia. La crisi e la prospettiva di un posto fisso sono aspetti che hanno valutato anche loro. In un’epoca in cui l’avvento di internet ha rivoluzionato il sistema giustizia c’è chi mette sul piatto i pro e i contro. Uno degli aspetti riguarda il processo telematico, peraltro argomento imprescindibile della prova orale insieme alle altre “materie”. Una opportunità per molti, un problema soprattutto per i nostalgici e i poco avvezzi alla tecnologia, ma in entrambi i casi un ulteriore costo per il professionista. Francesca nel frattempo è stata chiamata e la vediamo fare capolino dall’ingresso dell’aula dopo circa 40 minuti. Il suo corpo è più rilassato. Probabilmente a breve ripenserà alle risposte date alla commissione, fra rimorsi e paranoie. Ci saluta con un “ciao”, senza troppi commenti sulla sua performance di candidata sotto torchio, anche se appare soddisfatta. “Sei ottimista?”, riusciamo a chiederle mentre già ci dà le spalle. Lei si volta un momento e allarga le braccia in un eloquente ‘chissà’. Sorridiamo. Forse il suo volto lo rivedremo un giorno in un’aula di tribunale, ma da quale lato per ora non è dato sapere.

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