Doppi turni e diritti calpestati, il grido d’aiuto della Penitenziaria, “mancano almeno 40 agenti”. Sindacati e vertici del carcere incontrano Roberti

Il presidente della Provincia di Campobasso, Francesco Roberti, ha incontrato questa mattina a Palazzo Magno il direttore della casa circondariale di Larino, Rosa La Ginestra, il comandante Luca Di Mola e i sindacati della Polizia Penitenziaria di Larino (FNS CISL, SAPPE, OSAPP, UILPA PP, USPP, SINAPPE, CGIL). Il direttore La Ginestra, il comandante Di Mola e le rappresentanze sindacali hanno illustrato al presidente Roberti le problematiche inerenti il carcere di Larino. “La situazione in cui lavoriamo è difficile – hanno affermato i rappresentanti della casa circondariale. – Lo status quo è già, in parte, conosciuto, ma oggi ci siamo rivolti al presidente della Provincia affinché si faccia portavoce delle nostre richieste”. “Lavoriamo su doppi turni, di notte non siamo in numero adeguato per garantire al meglio lo svolgimento di tutte le attività. Registriamo un incremento del lavoro straordinario fino al 40%, senza possibilità di garantire diritti, come riposi e congedi, indispensabili per recuperare lo stato psico-fisico – le parole del gruppo di persone ricevute da Roberti. – A fronte di una pianta organica di 133 unità, ad oggi siamo effettivamente 97 e nel 2021 tra pensionamenti e mobilità rischiamo di esserne circa 90 unità che dovranno garantire l’intera macchina amministrativa e lo svolgimento di tutte le funzioni penitenziarie. Diventa sempre più difficile lavorare in sicurezza, non venendo più rispettato il contratto collettivo dei lavori del comparto sicurezza che prevede sei ore di lavoro giornaliere, in luogo delle 9-12 che, ad oggi, stiamo sostenendo con grandi sacrifici, perché tutti mettono, nel loro lavoro, la massima professionalità e disponibilità. Lanciamo questo grido d’allarme, visto che temiamo un peggioramento della situazione già difficilissima”.

Ascoltate con attenzione le istanze, Roberti ha assicurato il massimo impegno per la risoluzione dei problemi dell’istituto carcerario “di fondamentale importanza per tutto il territorio bassomolisano”, ha sottolineato il vertice di Palazzo Magno. “Sono ben consapevole come il carcere di Larino sia un istituto all’avanguardia e la comunità vi è grata per quello che fate. Il carcere di Larino si distingue per l’enorme lavoro svolto negli anni nel garantire anche la rieducazione del detenuto, grazie ai corsi di studi, dall’alfabetizzazione all’università, passando per due indirizzi di scuola secondaria di 2° grado, l’Istituto Alberghiero e l’Istituto Agrario. La rieducazione finalizzata alla re-immissione in società dei detenuti, nel carcere di Larino, passa anche attraverso le attività lavorative, come la falegnameria, la pasticceria, la sartoria. Dobbiamo risolvere, insieme, questa situazione, affinché le attività rieducativa dei percorsi di studio, lavorativi e professionalizzanti possa andare avanti. Ognuno deve essere messo in condizione, una volta espiata la propria pena, di potersi ricostruire una propria vita. Fatta questa doverosa premessa per far conoscere all’esterno, sensibilizzando anche le preposte istituzioni, su quanto viene fatto all’interno del carcere di Larino. Sarà mia cura attivarmi presso tutte le istituzioni preposte, a iniziare dai vertici ministeriali, perché tutelare le istanze dei dipendenti del carcere di Larino vuol dire anche garantire la giusta sicurezza del territorio e dei cittadini”. Il presidente Roberti, in conclusione, ha sottolineato come interesserà, in via immediata, la deputata molisana di Forza Italia, Annaelsa Tartaglione, e il sottosegretario del Ministero della Giustizia, l’azzurro Francesco Paolo Sisto, per far giungere al Governo, il prima possibile, le istanze portate oggi alla luce dall’incontro tenutosi a Palazzo Magno.

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