La Sanstefar acquista il Gemelli Molise, battuta la concorrenza, aggiudicata la struttura per 33 mln di euro

E’ fatta. La Sanstefar Molise srl, all’apertura delle buste, si è aggiudicata il Gemelli di Campobasso. Alle indiscrezioni manca solo l’ufficialità. Il centro di riabilitazione, noto in Molise e che detiene due strutture in regione – una a Campobasso e una a Termoli, – avrebbe rilevato il 90% delle quote dell’istituto di cura e ricerca per circa 33 milioni di euro, l’offerta migliore che le ha permesso di battere l’agguerrita concorrenza costituita in particolare da Neuromed e Humanitas, impegnate nello stesso settore del Gemelli (gli altri due concorrenti erano Iervolino e il fondo di Vito Gamberale). Il 10%, su indicazione della Cei, resterebbe invece al Gemelli spa di Roma. La SanStefar Molise srl è legata ad un fondo svizzero, la Capital A.G. di Stefano Petracca. Nata nel 1982 e appartenuta fino a qualche anno fa al Gruppo Angelini, nel 2013 è stata acquistata dalla Europe Adriatic Health Service srl ed è accreditata al Sistema Sanitario Nazionale per l’erogazione di prestazioni di riabilitazione. Nelle prossime ore le parti dovranno sedersi ad un tavolo per definire i dettagli dell’aggiudicazione, anche al fine di verificare il rispetto dei parametri richiesti (fra cui la ricerca scientifica e l’attività didattica), con la Regione – esclusa dalla partita nonostante i 100 mln di soldi pubblici investiti inizialmente per costruire la struttura –  che farà da garante in virtù dell’accreditamento al servizio pubblico (circa 40 milioni di euro l’anno). La notizia della vendita del Gemelli nelle scorse settimane ha suscitano forti perplessità e polemiche. Considerata struttura di eccellenza di Campobasso innanzitutto e del Molise, il centro specializzato era finito al centro di un progetto di integrazione con il vicino Cardarelli ma l’idea di un polo unico aveva fatto sorgere forti dubbi sia in una parte della politica che nelle associazioni. In un modo o nell’altro, il timore di un ridimensionamento della struttura lascia tante domande aperte nell’utenza, così come nel personale, che ora si chiedono cosa aspettarsi.

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