Tragedia in moto, indagato per omicidio stradale il compagno di “cross” di Francesco Zara, coinvolto nel sinistro. Perizia tecnica sui mezzi

Ore 12. La Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Campobasso ha iscritto nel registro degli indagati per omicidio stradale il 16enne rimasto coinvolto nell’incidente verificatosi mercoledì scorso nel territorio di Tavenna e in cui ha perso la vita il coetaneo e amico Francesco Zara. Si tratta di un atto dovuto, in quanto il decesso del giovane sarebbe la conseguenza di uno scontro fra le due moto da cross rispettivamente guidate dai due adolescenti. I Carabinieri della Stazione di Palata, nell’espletamento delle indagini, stanno ricostruendo la dinamica esatta del sinistro, mettendo a confronto le risultanze dei rilievi planimetrici effettuati dopo la sfortunata tragedia, l’esito dell’ispezione cadaverica, il referto medico ospedaliero e la testimonianza del ragazzo ferito, oltre che la relazione peritale che sarà probabilmente redatta nei prossimi giorni sulle due moto sequestrate dagli inquirenti. Secondo una prima ricostruzione, i due giovani provenivano da direzioni opposte mentre percorrevano una strada sterrata in località Colle dell’Ulivo. Probabilmente la vegetazione, all’altezza di una semicurva, ha condizionato la visibilità dei due centauri che si sarebbero trovati di fronte all’improvviso. Se ci sia stato, o meno, un vero e proprio impatto fra i due è quanto stanno stabilendo gli inquirenti, ma alcuni elementi ne farebbero presupporre la concreta possibilità. Purtroppo lo scontro o comunque la brusca caduta sono stati fatali al giovane Francesco. L’amico invece sarebbe caduto su un lato, riportando alcune fratture. Un epilogo tremendo che ha distrutto due famiglie e segnato un’intera comunità. Ora la Procura vuole capire se possano esserci state eventuali responsabilità o corresponsabilità da parte del ragazzo salvatosi. Così come vuole capire come è andata la famiglia di Francesco, che nelle scorse ore si è affidata ad un legale per seguire il prosieguo delle indagini. “Faremo quello che riterremo necessario – afferma l’avvocato Nicola Cerulli, da noi raggiunto al telefono. – Da una prima analisi degli elementi riteniamo che l’episodio sia il frutto di un frontale”. Poi aggiunge: “La famiglia è straziata e non intende accusare nessuno. Ma per rispetto di un figlio che non c’è più vuole solo conoscere la verità“.

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