Sanità, debacle Toma, l’aula boccia il Piano Operativo. Bordate dal “fuoco amico”. Tutto da rifare

L’aula di Palazzo D’Aimmo boccia il Piano Operativo Sanitario adottato da Donato Toma in veste di commissario ad acta. Una debacle annunciata, oltre che pesante, visti anche gli interventi che avevano preceduto la votazione. Ma soprattutto visti i contenuti. Quello che ha più di tutto fatto strabuzzare gli occhi al Consiglio regionale è la mancanza di interventi legati all’emergenza epidemiologica che, per quanto possa contare sugli effetti positivi della campagna vaccinale, è ancora all’ordine del giorno. Una lacuna che ha fatto gridare allo scandalo uno dei “suoi”, Gianluca Cefaratti, che esce dall’aula e non partecipa al voto, mentre il presidente dell’assise Micone si astiene. Gli altri della maggioranza ci provano a salvare Toma, ma i 9 voti non bastano contro i 10 delle minoranze, unite ai voti di Iorio e Aida Romagnuolo, che con un emendamento avevano chiesto l’annullamento del documento. Tutto da rifare insomma. La richiesta di un consiglio monotematico era pervenuta a Micone, che a sua volta aveva interessato la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari, dai consiglieri Greco, Primiani, Nola, Manzo, Fontana, De Chirico, Fanelli e Facciolla. In apertura di seduta il presidente della Giunta regionale Donato Toma ha illustrato all’Aula i contenuti del Programma Operativo Sanitario (POS) 2019-2021 da lui adottato nella veste di Commissario ad acta per il disavanzo sanitario. Il consigliere Greco ha quindi illustrato all’aula, quale primo firmatario, la mozione presentata da tutti i componenti del Gruppo M5S avente ad oggetto: “Annullamento DCA n. 94 del 9 settembre 2021 recante adozione del Programma Operativo Sanitario (POS) 2019-2021 e revisione contratti di accreditamento e rapporti futuri con gli erogatori privati”. Sono seguiti gli interventi per dichiarazione di voto dei consiglieri Facciolla, Iorio, Cefaratti, Romagnuolo, De Chirico, Primiani, Manzo, Micone e del presidente della Regione Toma. I due punti dell’impegno della mozione hanno ricevuto consensi e contrarietà differenti. E’ stato, infatti, approvato il primo punto, con 10 voti favorevoli, 9 contrari e 1 astenuto; mentre il secondo punto non ha raggiunto, invece, il quorum di consensi necessari. Ha dichiarato di non partecipare al voto il consigliere Cefaratti. In particolare la mozione approvato dal Consiglio regionale impegna il presidente della Regione per porre in essere ogni iniziativa adatta:
– all’annullamento della DCA n. 94 del 9 settembre 2021 contenente l’adozione del POS 2019/2021;
– all’avvio di un serrato confronto sul POS 2019/2021 nella Commissione consiliare competente anche al fine di audire tutti i soggetti civici e istituzionali che intenderanno partecipare;
– a programmare sin d’ora il confronto sul nuovo POS 2022/2024 con le medesime modalità di cui al punto precedente;
– al pieno coinvolgimento degli amministratori locali nella fase consultiva e prodromica all’adozione degli atti di programmazione e indirizzo.

Fanelli (Pd): “Toma non ha più una maggioranza politica”.
“Con 10 voti favorevoli il Consiglio regionale vota per l’annullamento del POS 2019-2021. Il Presidente della Regione e Commissario ad acta della sanità regionale, Donato Toma, prenda atto della sconfitta e di come non abbia più una maggioranza politica! Toma ammetta che il POS da lui adottato altro non è che un documento vuoto, vecchio e schizofrenico. Talmente peggiorativo che lo stesso governatore, questa mattina in Aula, ha ammesso di aver scritto al Direttore Generale Asrem chiedendogli di non applicare il documento da lui stesso emanato. E non perché è peggiorativo di quello precedente, non perché non è stato partecipato al Consiglio regionale, alla Conferenza dei sindaci, agli operatori sanitari, ai sindacati e ai comitati, non perché si peggiorano i Lea e si attuano i peggiori accordi di confine, non perché non vi è traccia dell’emergenza Covid, non perché si rimanda tutto a quello successivo. E allora, perché si chiede di non applicarlo in questo momento? Forse perché è in atto una competizione elettorale. In modo particolare a Isernia? Dove, magari, potrebbe essere politicamente sconveniente dover parlare della chiusura dei reparti? Perché il POS adottato da Toma è senza visione, senza progetto, senza alcuna integrazione tra pubblico e privato, senza nessuna rete per patologie tempo dipendenti e dell’emergenza urgenza. Non contiene una parola sulla medicina territoriale, nessuna sul Covid, nessuna sugli ospedali di comunità di Larino, Venafro e nessuna delucidazione su come migliorare quello di Agnone, mentre tutti gli altri vengono depotenziati. E se ne sono accorti anche i consiglieri di maggioranza, perché il voto di questa sera in Consiglio regionale rappresenta una chiara presa di coscienza da parte dello stesso centrodestra, con due consiglieri che hanno votato con le minoranze (Iorio e Romagnuolo), un consigliere che ha preferito al momento del voto uscire dall’Aula (Cefaratti) e l’astensione di un altro componente di maggioranza (Micone). Toma davvero prenda atto degli errori commessi. Capisca di essere rimasto come una nave senza motore in balia di una tempesta”.

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