Serie C. Campobasso, la salvezza ti fa bello. I risultati esaltano i ragazzi di Cudini e premiano la lungimiranza della società

Conquistata la permanenza fra i professionisti, ora tiene banco il futuro di mister e staff tecnico

Da Catanzaro … a Catanzaro, 33 anni dopo, in tutt’altro clima. Nel 1989, nel mese di giugno, il Campobasso lasciava la Serie C in uno spareggio disputatosi in campo neutro in terra di Calabria (contro il Monopoli), entrando in uno dei periodi più altalenanti e controversi della sua storia, conclusosi con la promozione in Lega Pro dello scorso anno.
Domenica scorsa neanche i più ottimisti tifosi del Lupo avrebbero pensato di tornare a Catanzaro, in quello stesso stadio teatro della fine del Campobasso di Molinari, con lo spirito di chi affronta un viaggio di quasi 7 ore avendo il cuore leggero e l’umore a mille, frutti di una salvezza conquistata in anticipo, in sintonia con quelli che sono stati i programmi della società. La sconfitta maturata sul campo per 3-0 è tra le più indolori della storia recente dei Lupi.
Il Campobasso, infatti, da neopromossa aveva come obiettivo il mantenimento della categoria appena conquistata, la valorizzazione dei giovani e dei migliori elementi della rosa, il tutto possibilmente evitando la roulette russa dei playout. Successo su tutta la linea, grazie al successo contro la Vibonese di sette giorni prima che ha sancito la salvezza matematica.
I meriti sono da dividere tra la dirigenza, che ha creduto nello stesso gruppo capace di conquistare la promozione sul campo nella scorsa stagione (per tacere di quella che sarebbe probabilmente se nel 2020 fosse ripreso anche il campionato di serie D, la cui cristallizzazione delle classifiche promosse il Matelica), il mister Mirko Cudini che ha saputo fin da subito, anche in Lega Pro, dare una impronta ed una identità tattica riconoscibile al Campobasso, e “last but not least” dei giocatori che senza timori reverenziali hanno affrontato a viso aperto, in casa tanto quanto in trasferta, squadre più attrezzate e blasonate dei rossoblù.
I tifosi ora si interrogano su che Campobasso si vedrà ai nastri di partenza della stagione 2022/23, a cominciare dalle dichiarazioni del ds De Angelis che ha parlato di “chiusura di un mini-ciclo” commentando la salvezza nel post-Vibonese. Inevitabili i primi dubbi: se ne va anche lui? Restano? Si riparte con mister e ds nuovi di zecca?
In attesa di comunicazioni ufficiali da parte della società, è legittimo ipotizzare che le belle prestazioni offerte a più riprese dal Campobasso abbiano favorito il corteggiamento nei confronti di mister Cudini da parte di società con obiettivi ambiziosi e budget più corposi dei molisani. Liguori, Tenkorang, Pace, solo per fare tre nomi tra i più meritevoli, è difficile che non siano già finiti sui taccuini degli osservatori di squadre di categoria superiore, che scandagliano le serie minori alla ricerca del “colpo”.
La Campobasso calcistica si gode comunque il momento, fiduciosa nella società che in questi tre anni non ha sbagliato una mossa. La consapevolezza di avere un budget non all’altezza delle “grandi”, ma che al tempo stesso consente tramite una gestione oculata e con la valorizzazione dei giovani di proprietà, di navigare in acque tranquille e godersi la ribalta nazionale dopo anni di “inferno” nei Dilettanti, è la vittoria più bella per i tifosi, gli unici che in tutti questi anni non hanno mai mollato, con buona pace di gufi e tifoserie rivali.
F.D.L.

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