Primo maggio, dalla conquista delle 8 ore alla Festa dei Lavoratori | Roberti: “Molise torni ad essere meta di lavoro e non terra di emigrazione”

Era il 1 maggio del 1867 quando a Chicago, in Illinois, entrò in vigore la prima legge delle otto ore lavorative giornaliere, approvata l’anno precedente. In quella giornata fu organizzata un’importante manifestazione, con almeno diecimila partecipanti. Fu una delle prime tappe fondamentali verso il riconoscimento di condizioni di lavoro sempre più dignitose e meno logoranti, e verso la conquista di diritti e tutele che ancora oggi, dopo circa un secolo e mezzo, sono al centro di battaglie sociali in tutto il mondo. Il giorno del 1 maggio sarà adottato come data simbolo per successive manifestazioni, come quella di quasi 20 anni dopo per organizzare uno sciopero generale al fine di estendere le 8 ore su tutto il territorio nazionale statunitense. La manifestazione portò a scontri con la polizia, andati avanti anche nei giorni successivi, e purtroppo a morti sia da una parte che dall’altra. Al Congresso Internazionale di Parigi del 1889, che diede il via alla Seconda Internazionale, il giorno 1º maggio fu dichiarato ufficialmente Festa Internazionale dei Lavoratori e fu adottata da molti Paesi nel mondo. In Italia fu ratificata due anni dopo. Durante il ventennio fascista, a partire dal 1924, la celebrazione fu anticipata al 21 aprile, in coincidenza con il Natale di Roma, divenendo per la prima volta giorno festivo con la denominazione “Natale di Roma – Festa del lavoro”. Fu poi riportata al primo maggio dopo la fine del conflitto mondiale, nel 1945, mantenendo lo status di giorno festivo. Dal 1990, i sindacati confederali CGIL, CISL e UIL, in collaborazione con il Comune di Roma, hanno istituito un grande concerto per celebrare il primo maggio, rivolto soprattutto ai giovani: la manifestazione si tiene a Roma, in piazza di San Giovanni in Laterano, dal pomeriggio alla notte.

Il presidente della Provincia di Campobasso, Roberti: “Istituzioni lavorino affinché il Molise sia meta di lavoro e non di emigrazione dei giovani”.
“Il 1° maggio è una festa particolarmente importante, che riveste un significato particolare in questo periodo e nel nostro Molise. La Festa dei Lavoratori è un appuntamento che ci ricorda l’impegno dei movimenti sindacali e gli obiettivi sociali ed economici raggiunti dai lavoratori dopo lunghe battaglie. Non dobbiamo, però, dimenticare come, oggigiorno, sono tante le persone senza lavoro ed è compito delle istituzioni promuovere quelle azioni che possano mettere in condizione le aziende di investire sui propri territori, in modo da offrire lavoro. Il periodo congiunturale non ha aiutato, ma è pur vero che le azioni messe in campo nel post-pandemia possono rappresentare un’opportunità da cogliere al volo. Si torna a festeggiare nella pienezza della sua giornata la festività del 1° maggio e non possiamo far altro che lavorare e continuare a impegnarci come istituzioni affinché il Molise torni a essere meta di lavoro e non più di emigrazione dei nostri giovani. Ma la festa dei lavoratori, quest’anno, è anche occasione per lanciare un messaggio di pace”.

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