Scuola, riconoscimento dei titoli di sostegno esteri, opportunità per i docenti dopo la sentenza di Tar e Consiglio di Stato

Anche i titoli di sostegno conseguiti all’estero hanno piena validità nel territorio italiano e per diversi docenti si apre una strada che in passato appariva sbarrata. La svolta arriva con i pronunciamenti del Tar Lazio prima e del Consiglio di Stato poi, che di fatto abbattono il muro alzato dal Miur. Il Ministero dell’Istruzione, infatti, ha continuato negli anni a negare i predetti titoli, nonostante la direttiva europea n. 36 del 2005, recepita in Italia con D.Lgs 206/2007, che ha riconosciuto che il titolo abilitativo al sostegno conseguito in uno qualunque dei Paesi facente parte della Comunità Europea ha valenza legale anche in Italia. “In seguito alla presentazione della domanda per il riconoscimento del titolo conseguito all’estero – spiega l’avvocato Vincenzo Piscitelli dello Studio Legale Piscitelli & Partners, “il Ministero ha 120 giorni per pronunciarsi. Trascorso tale termine, è possibile esperire azione giudiziale ex art. 117 c.p.a. al fine di ottenere un provvedimento che imponga al Ministero di pronunciarsi sulle istanze rimaste inevase. Nella denegata ipotesi in cui non venisse ottemperato a quanto statuito con la sentenza, è necessario ricorrere per l’esecuzione del giudicato e ordinare al Ministero di provvedere, nel termine di 60 giorni dalla comunicazione della sentenza, alla rivalutazione della posizione delle parti ricorrenti sulla base di quanto disposto dalla sentenza, con nomina di un commissario ad acta“. Questa la procedura per conseguire il riconoscimento del titolo di specializzazione sul sostegno conseguita all’estero: i percorsi di studio svolti negli Stati membri dell’Ue sono riconosciuti sempre con maggiore frequenza, uno strumento valido e di successo, per ottenere titoli qualitativamente identici a quelli conseguiti in Italia. L’avv. Piscitelli, da anni al fianco di chi opera nella scuola, si dice sempre più compiaciuto, evidenziando che tali risultati rappresentano un ulteriore passo verso l’integrazione tra i Paesi e l’abbattimento dei numerosi pregiudizi.

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