Nello stand promozionale del Molise, che per un mese è stato presente alla stazione Termini di Roma, si parla salentino. Non è uno scherzo, ma è quanto riscontrato dall’associazione “Forche Caudine”, storico circolo e giornale dei molisani a Roma. Il riferimento è alla standista, una ragazza della provincia di Lecce, affabile nei modi ma “quasi del tutto all’oscuro della storia e della cultura molisana”. “Ovviamente nessuna colpa sua”, chiarisce l’associazione, che anzi ne apprezza la professionalità, “ma di chi lì ce l’ha messa. Sarebbe da capire perché si colloca una ragazza della provincia di Lecce e non una delle tante ragazze molisane, che spesso sono senza lavoro. Sarebbe bastata qualche studentessa universitaria molisana che vive a Roma”. Forche Caudine, pur plaudendo all’iniziativa promozionale, evidenzia due ulteriori nodi: lo stand non è stato promosso tra i molisani a Roma (ad esempio, i tanti tassisti che hanno proprio lì una delle più importanti piazzole) e ciò avrebbe potuto rappresentare un valore aggiunto; lo scarsissimo materiale a disposizione, “sostanzialmente solo una piantina della regione, tra l’altro su una facciata priva di molti paesi” e “completamente assente una qualsiasi forma di interattività, ad esempio la possibilità di prenotare un weekend direttamente dallo stand”. Problematiche che sono state rilevate da diversi membri del sodalizio.
venerdì 7 Novembre 2025 - 03:24:26 PM
News
- Nuovo ambulatorio infermieristico a Campobasso: ecco i servizi disponibili in via Petrella
- Andrea Montermini incontra gli studenti, il campione automobilistico in Molise per una lezione di guida responsabile
- Premiare i giovani talenti, proposta di legge per istituire la Giornata regionale dello Studente
- Strumenti di pagamento, incontro formativo della Banca d’Italia in Prefettura
- La sindaca chiude la via Matris: segnalati cinghiali lungo il percorso
- Prodotti liturgici non sicuri, la Finanza sequestra 1.700 ceri votivi
- Violento scontro sulla Statale 87, tre persone ferite in codice rosso
- Chiedevano fino a 5mila euro per un permesso di soggiorno “fantasma”, denunciate 5 persone



