Toma: “Radioterapia non chiuderà”. Sul caso Gemelli: “Nessun taglio alle prestazioni, applicato tariffario nazionale”

Il commissario alla sanità in una conferenza stampa ha chiarito che "non cambierà nulla per i pazienti oncologici"

Il commissario ad acta alla sanità, Donato Toma, è intervenuto in una conferenza stampa convocata presso la sede Asrem di Campobasso per tranquillizzare i pazienti oncologici e chiarire alcuni aspetti che riguardano il caso Gemelli Molise, dopo che il suo presidente ha paventato una possibile chiusura del reparto di Radioterapia, accusando la Struttura Commissariale di una gestione errata circa la validazione delle prestazioni segnalate dai medici della struttura sanitaria, con tagli preclusivi per il corretto trattamento in favore dei pazienti con tumore. “Radioterapia non chiuderà”, ha affermato Toma. “O almeno credo che non succederà. C’è la volontà di ragionare per andare incontro al Gemelli, purché si rispettino le indicazioni ministeriali e i conti pubblici. In alternativa, dobbiamo comunque iniziare a ragionare affinché la sanità pubblica molisana sia dotata di un proprio reparto di Radioterapia”. In risposta al presunto taglio delle prestazioni per pazienti oncologici, come il numero delle schermature e quello dei sistemi di immobilizzazione personalizzati, Toma ha aggiunto. “Non c’è stato alcun taglio. Abbiamo solo applicato il tariffario ministeriale. Se una schermatura viene ripetuta, rientra comunque in un unico trattamento che va contabilizzato una sola volta”. Una prassi che ha poi spiegato nel dettaglio il dirigente Gianfranco Giglio. “Per i pazienti oncologici non cambia nulla, se non la procedura di validazione”, ha continuato Toma. “Lo scorso 14 luglio il Ministero ci ha segnalato anomalie circa l’aumento della spesa sanitaria non adeguatamente proporzionale al numero di prestazioni. Per me l’attività del Gemelli è e resta preziosa. Capisco che la sostenibilità per una struttura privata in una regione con basso bacino di utenza è complicata, ma per ritoccare quest’ultimo bisogna aprire un dialogo con il Ministero perché noi siamo solo esecutori. Pertanto dobbiamo agire per il bene del paziente e stare attenti ai conti pubblici, e non possiamo essere oggetto di pressioni da parte di strutture private”. (seguono aggiornamenti)

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