“Ci vuole un fiore”, laboratorio di giardinaggio come strumento di inclusione, successo per la seconda edizione

Rifugiati e richiedenti asilo, beneficiari Sai, hanno decorato i vasi del cortile antistante gli uffici Uci di Campobasso

Ieri 13 aprile nel corso dell’evento “Ci vuole un fiore 2”, quest’anno alla sua seconda edizione, i beneficiari Sai “Integramondo” e “Karibu”, attraverso il laboratorio di giardinaggio, nel cortile antistante gli uffici dell’Unione Coltivatori Italiani, in via D’Amato a Campobasso, hanno espresso la propria volontà di integrazione con la comunità e, di concerto con il nucleo di donne e bambine ucraine presenti, hanno decorato i vasi con diverse varietà di piante ornamentali. Seguiti dagli operatori che costantemente li accompagnano, indirizzandoli al meglio nei propri percorsi di crescita e di orientamento, e dall’equipe multidisciplinare, solerte è l’attività laboratoriale che sperimentano. Pittura, giardinaggio, corsi di formazione e di alfabetizzazione informatica risultano tra le attività presenti e volte ad arricchire il proprio bagaglio professionale e ricreativo. “Ci vuole un fiore 2” ha messo insieme realtà disparate, voglia di crescita e di riscatto. Creatività, emozioni e talento sono racchiuse in un’unica parola: inclusione. Questo il messaggio alla base del lavoro dei professionisti Sai che, da alcuni anni, lavorano, non senza difficoltà, affinché le persone si sentano integrate in un contesto finora sconosciuto. Obiettivo, infatti, dei Sai è l’accoglienza, la tutela e l’integrazione dei richiedenti asilo, dei rifugiati e dei titolari di protezione sussidiaria o umanitaria. Stessa cosa sarà realizzata il prossimo 27 aprile al comune di Sant’Elia a Pianisi dalle beneficiarie, questa volta solo donne, ospiti del progetto “Sant’Elia a Pianisi”.

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