Ansia e malessere, 9 studenti su 10 vorrebbero un supporto psicologico. In Molise attivati 6 sportelli di ascolto

Il progetto dell'Ats di Campobasso tra opportunità e criticità

Ansia, malessere fisico e attacchi di panico: il grido di aiuto degli studenti è diventato sempre più pressante. Secondo i dati raccolti dal sondaggio dell’associazione studentesca “Rete degli studenti”, infatti, oltre il 60% degli adolescenti si dichiara molto preoccupato per la propria salute mentale e il 90% vorrebbe un supporto psicologico nella propria scuola. In quest’ottica, il Molise si è attivato per offrire un aiuto concreto agli studenti delle superiori.

Il progetto dell’ATS di Campobasso
Sei sportelli di ascolto e supporto psicologico sono stati attivati nelle scuole superiori presenti a Campobasso, Trivento, Riccia e Bojano, grazie all’intervento dell’Ambito Territoriale Sociale di Campobasso, l’aggregazione intercomunale che gestisce e organizza i servizi sociali del Molise.
L’iniziativa, finanziata dalla Regione, mira a fornire supporto agli adolescenti che frequentano le scuole superiori, offrendo uno spazio di ascolto e sostegno psicologico per aiutarli a superare situazioni difficili.
Regione che però deve fare i conti con personale ridotto all’osso e ritardi nei concorsi: nonostante tutte le iniziative, infatti, la situazione della sanità molisana presenta numerose criticità, a partire dalle condizioni delle strutture fino ad arrivare alla mancanza di psicologi, assistenti sociali e tecnici della riabilitazione psichiatrica.

Da Nord a Sud, mancano gli esperti
Situazione, questa, che segue un trend nazionale, considerando che il personale che opera nei servizi di salute mentale è allo stremo, nel Nord come nel Sud Italia. Secondo i dati del Ministero della Salute, infatti, servono almeno un migliaio di terapisti, figure di assistenza e psicologi in più per raccogliere tutte le richieste di sostegno psicologico che arrivano ogni giorno.
Ma come si struttura e quanto è lungo l’iter da seguire per diventare psicologo ed entrare in questo mondo? Innanzitutto è necessario conseguire un diploma di istruzione secondaria superiore, in modo tale da poter accedere poi ai corsi di laurea. Successivamente, occorre appunto conseguire un diploma di laurea.
Il percorso accademico oggi è agevolato dalla possibilità di prendere la laurea online, e nel caso di Psicologia si può scegliere sia tra corsi triennali che magistrali.
Le università telematiche consentono un notevole risparmio su diversi costi, come affitti e spostamenti, ed essendo riconosciute dal MIUR permettono di svolgere anche il tirocinio professionalizzante necessario per accedere all’esame di Stato, consentendo così agli studenti di ottenere l’abilitazione all’esercizio della professione e di iscriversi all’albo.
Oltre a un aumento degli esperti, però, è necessario anche un nuovo programma dedicato alla salute e una legge per il supporto psicologico, come testimoniato dalle numerose richieste arrivate dalle associazioni degli studenti. Se infatti segnali positivi sono arrivati da singoli istituti, università o al massimo dall’iniziativa di alcune regioni, è mancata una risposta complessiva a livello nazionale, motivo per cui è giunta l’ora di una regolamentazione vera e propria con finanziamenti adeguati.

Aumentano i suicidi tra gli studenti
Leggendo la cronaca nazionale si comprende immediatamente l’entità del problema: solo negli ultimi diciotto mesi, infatti, sono stati quindici i suicidi registrati tra gli studenti. Oltre a questo, il 28% ha sofferto di disturbi alimentari e il 14% ha avuto esperienze di autolesionismo.
Numeri importanti, incrementati ulteriormente della pandemia di Covid-19, che ha peggiorato una situazione già critica, lasciando un segno sullo sviluppo psicologico e fisico di ragazzi e adolescenti causando insonnia, depressione, anoressia, difficoltà nelle relazioni sociali, insicurezza e comportamenti aggressivi.
Per questo motivo il progetto del Molise per il supporto psicologico agli studenti delle superiori è un passo importante nella giusta direzione. Un passo, però, che dovrà essere seguito da altre iniziative nazionali, per poter creare una rete di sostegno capillare e accessibile a tutti gli studenti in Italia.

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