Finanza, quel giovane Ufficiale col Molise nel cuore. Intervista a Claudio Benito Caira, primo Comandante regionale

E’ passato oltre un quarto di secolo. Claudio Benito Caira si insediò a Campobasso nel mese di agosto del 1997 in qualità di Comandante di Gruppo della Guardia di Finanza. Aveva il grado di Maggiore e proveniva dalla DIA di Roma; al suo attivo, una imponente palestra di esperienze operative maturate in prima linea, nella lotta ai traffici illeciti, dal contrabbando agli stupefacenti, fino alle investigazioni di particolare ed ampio spessore. Basta citare i reparti dove in precedenza aveva operato: Compagnia di Potenza, Nucleo polizia tributaria di Como, 3° Compagnia di Napoli, Nucleo pt di Bari – quale Comandante del Gruppo operativo antidroga – e Dia. In quell’agosto del 1997, quel giovane Ufficiale mai avrebbe immaginato che pochi anni dopo (per l’esattezza dal primo gennaio 2000), sarebbe diventato il primo Comandate Regionale del Molise. Originario di Cassino, dotato di senso pratico e di non comune fiuto investigativo, ma anche di spiccate doti umane, lasciamo a lui la parola.

Campobasso, 1997-1999: l’ultimo Comandante di Gruppo a Campobasso, prima della riforma adottata dal Corpo, la c.d. “regionalizzazione”. Uomini, esperienze operative, emozioni: cosa ricorda di quel periodo?
Ricordo tutto. Ho ancora vivido nella mia mente e nel mio cuore il ricordo di volti e nomi dei miei indimenticabili collaboratori che mi hanno sempre supportato in ogni momento, anche in alcune fasi delicate, come quelle legate al passaggio da Gruppo provinciale a Comando Regionale, che ho retto per 2 anni in sede vacante. E’ stata un’esperienza davvero straordinaria per tutti noi del Comando, per la popolazione molisana, per i numerosi risultati operativi che hanno sempre catturato l’attenzione dei giornalisti. Ricordo, a tal proposito, le affollate conferenze stampa e, ancora oggi, sono in contatto con molti di quei cronisti. Mi vengono in mente tuttora i numerosi risultati conseguiti: sequestri di tabacchi lavorati esteri di contrabbando, stupefacenti e soprattutto ben ricordo quando sventammo in perfetta sinergia con la Polizia di Stato, un’infiltrazione camorristica; brillanti attività anche in altri settori quali imposte dirette e indirette: tutto questo, preme sottolinearlo, con l’aiuto e il supporto costantemente fornito dai miei Ufficiali; ne cito alcuni fondamentali, con i gradi rivestiti in quel periodo: Capitani Frisani e Raccioppi, Tenenti Bontiempo e dell’Anna, oltre ai miei collaboratori del Gruppo e della sala operativa e i militari della compagnia e del Nucleo. Con loro mi sento spesso e ogni volta è un’emozione incredibile: sembra che siano passati solo pochi giorni da quel periodo.

Il 5 gennaio 2000, il quotidiano “Nuovo Molise” a pagina 3 – per la firma di Sabrina Lanfranchi -, dedicò un dettagliato approfondimento sia ai brillanti risultati conseguiti dal Corpo durante il 1999, sia al nuovo assetto sul territorio delineato da appena pochi giorni. Soddisfazioni, ma anche forte tensione emotiva, connessa al nuovo scenario di responsabilità: quali furono le difficoltà oggettive, sia umane che professionali?
Come ho accennato, tutto si svolse all’improvviso. La mattina del 1° gennaio e i giorni seguenti, anche festivi, tutti i militari del Comando Gruppo erano li con me: dovevamo creare il Comando Regionale utilizzando e spostando molti militari dal Gruppo all’istituendo Comando; pensavo che non ce l’avremmo fatta. Invece grazie all’impegno profuso da tutti i miei collaboratori riuscimmo a tenere la barra dritta fino a quando in estate non ci assegnarono circa 80 militari con i quali coprimmo i posti vacanti. Devo ricordare che alle dipendenze del Comando Regionale fu posto anche il Provinciale di Isernia. Sono sempre stato pronto a motivare il personale, anche partecipando ai diversi servizi e questo, sono certo, è stato un motivo in più per i risultati raggiunti complessivamente dal Comando regionale. Per tale ultima affermazione ricordo che il Comando Generale ci riconobbe un encomio solenne di reparto; cosa molto rara a dire il vero.

Tantissime attività di servizio, con le Fiamme Gialle molisane spesso anche in cronaca nazionale. Ricorda qualche servizio in particolare?
Tanti sono stati i risultati che abbiamo ottenuto. Chiaramente ogni risultato era particolare, ricordo i sequestri di droga in una camionetta taroccata dell’Esercito, oppure droga trasportata da finti villeggianti in un camper, o le sigarette nascoste addirittura in un camion frigo. E come posso dimenticare il tentativo di sbarco a Campomarino, ad opera di una organizzazione malavitosa, che si concluse con il sequestro di un notevole quantitativo di sigarette di contrabbando e di una stazione radio che avevamo individuato, con la quale il sodalizio spiava le comunicazioni delle Forze di Polizia. Ed ancora, come posso dimenticare la professionalità dei finanzieri, l’impegno e la soddisfazione che vedevo e vedo ancora nei loro volti felici e soddisfatti per i risultati conseguiti.

A distanza di tanti anni, proviamo a stuzzicare il “cassetto” dei ricordi e dei sentimenti: Molise, Molisani e Fiamme Gialle Molisane, come descriverebbe le emozioni di quel periodo?

Esperienze uniche, indimenticabili che mi hanno anche forgiato e reso più sicuro. Il Molise mi è rimasto nel cuore, sono sempre attento a quello che accade lì e quando mi capita di venire a Campobasso, devo dirlo, mi viene la pelle d’oca: pura emozione. Oggi sono un pensionato e vivo a Cassino dove faccio il nonno a 4 nipotine e trascorro il tempo libero con i miei amici facendo lunghe chiacchierate, passeggiate in bici o a piedi e giocando a bocce.

Antonio Lanza


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