29 luglio, notte di un sabato di mezza estate e una delle tante festicciole organizzate si sta svolgendo in un paesino dell’hinterland bojanese. La musica delle casse è alta, il djset coinvolge i numerosi avventori del bar che consumano cibi e bevande seduti sulle panche posizionate in strada.
Superata da poco la mezzanotte, quando un gruppo di ragazzi provenienti dal capoluogo, che stava trascorrendo la serata in allegria, nota che due sconosciuti iniziano a prendere di mira una ragazza della loro comitiva. Inizialmente qualche sfottò, poi gli insulti si fanno sempre più pesanti e nitidi, la ragazza era oggetto di scherno per il suo orientamento sessuale.
Lo switch tra la derisione e le vie di fatto è avvenuto in una frazione di secondo, i due giovani si lanciano sulla ragazza poco più che trentenne e la colpiscono ripetutamente con calci e pugni gettandola a terra.
Per guadagnarsi poi la fuga, i due esagitati, creano scompiglio lanciando sugli altri astanti panche e sedie e tutto ciò che trovano a portata di mano.
La ragazza, visibilmente provata dall’aggressione viene soccorsa dagli amici e accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale civile di Campobasso, dove ricevute le cure dei medici viene dimessa con una prognosi di 30 giorni per la frattura delle ossa nasali e forte contusione ad un ginocchio.
L’attività investigativa esperita dai Carabinieri, attivati dalla volontà della vittima, ha consentito – nel volgere di qualche giorno – di individuare e deferire all’Autorità Giudiziaria di Campobasso i due giovani autori, 29 e 40 anni, dimoranti nel circondario.
I due, oggi rinviati a giudizio dal sostituto procuratore che ha condiviso le risultanze investigative dei militari, dovranno rispondere di lesioni personali in concorso aggravate per le finalità discriminatorie (Art. 604 ter c.p.) e rischiano anche provvedimenti di natura amministrativa per i quali sono in corso approfondimenti.
Da Via Croce si sottolinea con fermezza l’importanza di fare sistema tra le varie componenti sociali, al fine di poter attivare gli attori di una rete relazionale che consenta ai giovani di poter crescere secondo modelli educativi diversi da quelli che quotidianamente i social propinano ed eleggono a modello da emulare.
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