In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999, il Presidente del Consiglio regionale, Quintino Pallante, ha dichiarato: “La ricorrenza di quest’anno trova un Paese, l’Italia, e quindi una regione, il Molise, particolarmente turbati sia per l’ultimo efferato omicidio della povera Giulia Ceccherini da parte dell’ex ragazzo sia per la tragica contabilità che vede un intollerabile numero di donne uccise nel 2023 ad opera di congiunti o aggressori incontrati in locali o per strada. Quest’ultimo evento di cronaca che ha coinvolto la giovane Giulia, ha ferito tutte le famiglie italiane e molisane, perché l’abbiamo sentita nostra figlia, nostra sorella, nostra amica. Abbiamo percepito il dilaniante dolore del distacco del padre e della sorella, l’impossibilità di proteggerla difronte a chi diceva di amarla alla follia. La follia, certo, c’è stata, ma non l’amore, che è ben altro sentimento da quello testimoniato in questa brutalità. Una condizione di violenza omicida purtroppo ripetuta tante, troppe volte in un passato più o meno recente, in Italia e in diverse parti del mondo, con altri protagonisti, magari di differente età ed estrazione sociale, tutti però con lo stesso minimo comune denominatore: una sorta di comportamento predatorio nei confronti di chi si dice di amare. Comportamento che si sostanzia nella rivendicazione di un’auto attribuito diritto di proprietà e di possesso di qualcuno, trattato alla stregua di qualcosa, che se non può continuare ad essere di propria esclusività, deve essere distrutto, sfregiato, annientato. In altri casi, invece, l’aggressione avviene per strada, o in luoghi pubblici o in località fruite dalle vittime; condizione, queste, che rende ogni donna purtroppo esposta a molteplici rischi per l’imprevedibilità di chi si possa incontrare. Tali circostanze non solo limitano insopportabilmente le libertà personali di ciascuna donna, facendole vivere indicibili ansie e paure, ma mettono in discussione i principi fondamentali del vivere civile e del patto sociale sul quale si basa il nostro stato di diritto e quindi la nostra evoluzione civile e sociale. Allora questo giorno deve ancora una volta caricarci tutti, in primis ogni uomo, che ha il dovere, morale, sociale e civile, di impegnarsi nell’isolare, denunciare e rigettare comportamenti aggressivi, possessivi, ossessivi, violenti e oppressivi perpetrati ai danni di una donna. Comportamenti che ognuno di noi può scorgere nella quotidianità di amici, congiunti o frequentazioni. Ma anche ad ogni donna, giovane o matura che sia, viene l’impegno a cercare di comprendere l’uomo che si ha dinanzi – quale che sia il rapporto familiare, affettivo, amicale o di conoscenza superficiale con il quale si è ad esso legata – a cogliere ogni minimo indizio di comportanti violenti, possessivi, prevaricatori, denunciandone opportunamente, senza remore, alle autorità competenti, la loro espressione virulenta. Un impegno a chiedere aiuto senza indugio a chiunque ci è vicino, perché vivere questi drammi da sole non fa che rendere il tutto più difficile e pericoloso. Alle istituzioni e all’intera società, infine, l’impegno è di non sottovalutare alcuni comportamenti, modi di fare o espressione di taluni soggetti, comprendendo che, se anche questi possano essere ritenuti minimi o episodici, gli stessi possono degenerare in una tragica evoluzione. Dunque, oggi, nel ricordare tutte quelle donne che hanno perso la vita ad opera di aguzzini senza onore, dobbiamo ancora una volta assumere l’impegno come comunità locale, regionale, nazionale ed internazionale a fermare con ogni mezzo coercitivo, culturale, educativo, preventivo e persuasivo episodi di violenza di ogni genere perpetrata nei confronti di una donna. Il Consiglio regionale intero si mobilita per rappresentare la volontà politica, istituzionale ed umana a porre in essere ogni azione funzionale a far si che il femminicidio non continui a riempire la cronaca quotidiana della nostra esistenza”.
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