Diminuiti del 27% gli infortuni sul lavoro. Restano invariati i decessi. Cgil: “Pochi investimenti sulla sicurezza e carenza di controlli”

Cinque persone nel 2023 in Molise sono morte per infortunio sul lavoro, lo stesso numero del 2022. Ancora 5 famiglie che non hanno più visto un loro caro tornare a casa dal lavoro. Un dato stabile nonostante il numero complessivo degli incidenti sul lavoro sia sensibilmente diminuito, passando da 2.411 del 2022 a 1.766 del 2023.
Gli incidenti, 4 in provincia di Campobasso ed 1 in provincia di Isernia e che hanno visto coinvolti in tutti i casi lavoratori maschi e di nazionalità italiana, sono avvenuti tutti sul luogo di lavoro durante lo svolgimento dell’attività e i settori coinvolti sono stati quello dell’industria, delle costruzioni e dell’agricoltura.
È invece del 27% la diminuzione degli infortuni registrati dall’INAIL nel 2023 rispetto al 2022: 640 in meno in provincia di Campobasso e 285 in quella di Isernia.
Nell’ordine agricoltura, edilizia e assistenza sanitaria residenziale ed ospedaliera, i settori in cui maggiormente si contano denunce di infortuni sul lavoro. Denunce che hanno coinvolto in 620 casi lavoratrici e in 1.146 lavoratori e che hanno riguardato incidenti avvenuti 1.578 volte in produzione durante lo svolgimento dell’attività lavorativa e 188 nel tragitto casa-lavoro.
Dati che evidenziano la fragilità di un territorio regionale in cui ancora non si riescono a cogliere le opportunità che gli investimenti in innovazione tecnologica, anche rispetto alla sicurezza sul lavoro, potrebbero generare. A questo va aggiunta la carenza cronica di ispettori e di risorse degli enti ispettivi, oltre alla storica fragilità di alcuni settori come l’agricoltura e l’edilizia.
Fattori che necessiterebbero una chiara e netta inversione di tendenza, a partire da una maggiore e costante attenzione al tema del lavoro sicuro, stabile e garantito, della politica locale e nazionale. Fin quando si dovrà fare i conti con il lavoro povero e precario e con la mancanza di possibilità di crescita economica e sociale della regione, si continueranno a commentare i numeri inaccettabili di vittime che, per riportare a casa uno stipendio, mettono a rischio troppo spesso la propria vita.

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