Trasmettere agli alunni il piacere dell’ascoltare storie e del leggere, favorire l’avvicinamento affettivo ed emozionale dei bambini e dei ragazzi al libro fornendo, inoltre, le competenze necessarie per realizzare un rapporto attivo-creativo e costruttivo con il libro.
Sono solo alcuni degli obiettivi del progetto d’istituto “Più libri pi lib(e)ri”, fiore all’occhiello dell’Ic ‘Brigida’ che oramai da qualche anno, e con puntualità, ospita autori di spessore del calibro di Marco Magnone, dalla cui penna è nato “Il mare nostro” e Manlio Castagna, padre di “Dedalo & Dharma, fuga dal cinema Kazan”.
Gremito l’auditorium della Brigida per l’appuntamento con l’autore, in una ‘due giorni’ volata tra momenti di riflessione e spunti critici, domande, curiosità e sorrisi. In cattedra due mattatori: Manlio Castagna – che ha incontrato i più piccoli delle seconde – dalla sua ha un recente passato di scrittore, sceneggiatore e regista, oltre a vantare una collaborazione considerevole nell’organizzazione del Giffoni film festival. Con la sua opera, rigorosamente autografata a tutti i ragazzi durante un tour tra le aule della Brigida, Castagna racconta l’amicizia, l’amore, i rapporti familiari in cui si ride tanto, non solo grazie all’autoironia di Dedalo ma anche grazie al sarcasmo della sua migliore amica, Crisa. Un romanzo in cui si attraversano diversi generi: dalla fantascienza, all’horror, al cartone animato, al western, dove in ognuno è riconoscibile un diverso stile di scrittura.
A Marco Magnone, invece, è toccato affrontare una tematica quanto mai attuale come quella dei viaggi della speranza tra le coste dell’Africa e l’Italia, spesso macchiati da drammatici naufragi senza ritorno.
Ne “Il mare nostro”, Magnone – con la collaborazione di Alessandro Porro (soccorritore con un passato da informatico) – rapisce il lettore con la storia di Fathia e Muneer, due ragazzini che dopo essere sfuggiti a un eccidio per mano dell’Isis decidono di tentare la sorte e imbarcarsi per l’Europa. Cronaca e narrativa nelle pagine di un’opera che ha lasciato un’infinità di spunti di riflessioni agli studenti delle terze.
Soddisfatto il dirigente scolastico, il professor Francesco Paolo Marra, che sin da subito ha creduto fortemente in un progetto che consente agli alunni di maturare una predisposizione positiva verso la lettura, verso l’acquisizione del comportamento del buon lettore, ovvero quella disposizione permanente che rende lettori e fa sì che si resti tali per tutta la vita.
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