La violenza contro le donne in Europa, inclusa la violenza domestica, è un fenomeno molto, troppo diffuso. Una donna su cinque nell’Ue ha subito qualche forma di violenza dal partner, attuale o precedente, dall’età di 15 anni. Si tratta fondamentalmente di un problema culturale e perciò richiede un impegno di tutte e tutti.
L’efficacia della risposta, accanto a reti di sostegno su cui poter contare, dipende da molti fattori, primi fra i quali la messa in campo di opportune iniziative educative all’interno dei percorsi scolastici, da sempre contesti privilegiati per educare alle differenze e valorizzarle, promuovere l’equità di genere, riconoscere e rispettare l’altro.
E’ in questo contesto che si inseriscono i lavori degli alunni delle classi 2^ E e 2^ C della Secondaria di Primo grado dell’Ic Brigida, che hanno risposto alla sfida numero 10 (“La panchina rossa”) di #HackCultura2024, un format che ‘mette alla prova’ docenti e studenti su molti temi, interconnessi, per stimolare sensibilità e attenzione.
Una sfida che si tematizza su due questioni fortemente attuali e collegate: la parità di genere ed il contrasto alla violenza per costruire relazioni positive a scuola, per superare gli stereotipi, riconoscere e rispettare le differenze al fine di promuovere la cultura delle pari opportunità.
Un prodotto digitale realizzato da ragazze e ragazzi delle due classi, sotto la supervisione della docente referente – la professoressa Angela Del Vecchio – con la collaborazione della collega di italiano, la docente Nina Verrillo, e presentato da Francesca Celebre, Sara Petrella, Lorenzo Ciavarella (2^E), Clara Fabbricatore, Marilina Coco e Vincenzo Santo (2^C) venerdì 10 maggio nel corso del primo dei due convegni dell’edizione 2024 della “Rassegna dei prodotti realizzati sui temi del Digital Cultural Heritage delle scuole italiane – #RassegnaDCH2024”.
Due i lavori elaborati dai ragazzi. Il primo da titolo “Il rumore del silenzio”, realizzato dalla 2^C, il cui titolo prende spunto dall’invito della sorella di Giulia Cecchettin a fare “un minuto di rumore e non un minuto di silenzio” per tutte le vittime di femminicidio in Italia, è un invito a dire ‘basta’ alla cultura del patriarcato e della sottomissione, e a rivendicare la propria libertà e i propri sogni di un futuro che nessun uomo può permettersi di spegnere.
“I’m not a Barbie, a portrait of women today” è l’elaborato interdisciplinare realizzato in lingua italiana e inglese dalla 2^E, concepito analizzando quello che probabilmente è il vero messaggio del film Barbie, e che si evince dallo splendido monologo di America Ferrera, interpretato dalle ragazze, “superare gli stereotipi, riconoscere e rispettare le differenze al fine di superare le disuguaglianze e promuovere la cultura delle pari opportunità”.
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