È la tarda serata del 29 ottobre quando una telefonata d’emergenza raggiunge il 112. A rispondere ai Carabinieri della Compagnia di Venafro è una voce femminile, concitata, che chiede aiuto perché il fratello stava dando in escandescenza. La voce viene associata subito a quella di una donna di Monteroduni che, già in passato in più occasioni, aveva allertato i Carabinieri per chiedere aiuto.
La pattuglia dei militari dell’Aliquota Radiomobile si dirige prontamente presso l’indirizzo dell’abitazione dove vive la ragazza che era in compagnia della madre. La scena che si presenta agli operatori racconta di un ragazzo trentenne di origini venafrane, fratello della richiedente, che, brandendo un coltello a serramanico, stava minacciando di morte la sorella per futili motivi. L’uomo, vistosi bloccato, tentava di guadagnarsi la fuga con spintoni e sbracciate ma il repentino e vigoroso intervento dei militari consentiva di assicurarlo e condurlo presso gli Uffici per le formalità di rito.
Alla luce di quanto accaduto, il trentenne è stato arrestato nella flagranza del reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi e di resistenza a Pubblico Ufficiale e, come disposto dall’Autorità Giudiziaria, è stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari presso l’abitazione del padre ove permane a disposizione.
L’uomo tratto in arresto è, allo stato, indagato e, pertanto, presunto innocente fino a sentenza definitiva.
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