Emergono nuovi particolari in merito alla triste vicenda verificatasi a Campobasso, in via Ferrari – fulcro della movida giovanile locale -, nella serata di mercoledì 30 aprile, quando un ragazzo minorenne campobassano, seduto ad un tavolo esterno ad un locale insieme ad altre persone, è stato raggiunto da un gruppo di giovani di circa 20 anni che lo hanno picchiato pesantemente, anche con l’utilizzo di cinture e della punta di un ombrello, lasciandogli evidenti segni sul corpo. Dopo la fuga, uno dei giovani facente parte, apparentemente, del gruppo sarebbe stato a sua volta raggiunto da alcuni parenti della vittima e aggredito fisicamente per vendetta, facendo uso nella concitazione anche di una bottiglia di vetro, che sarebbe stata rotta sulla testa del 20enne. Anche per quest’ultimo, come per il minorenne, sono state necessarie le cure presso il Pronto Soccorso del Cardarelli.
Chi sono i giovani autori della ‘spedizione punitiva’ in via Ferrari.
Attualmente ancora sappiamo poco sul gruppo, anche perché è in corso l’identificazione da parte degli agenti della Questura di via Tiberio, che indagano sull’episodio. La cosa che appare certa è che non sono ragazzi molisani ma di origine siciliana e che hanno circa 20 anni o poco più. Inizialmente si pensava fossero a Campobasso per un progetto erasmus. Nelle ultime ore è emerso che sarebbero nel capoluogo molisano per seguire un corso per operatori socio-sanitari. La grave aggressione in via Ferrari è apparsa come una vera e propria spedizione punitiva, come se facesse seguito ad una concatenazione di eventi precedenti.
Il padre del 20enne pestato per vendetta: “Mio figlio non c’entrava nulla”.
Mentre gli inquirenti ricostruiscono nel dettaglio l’accaduto, il padre del 20enne che, dopo l’episodio di via Ferrari, sarebbe stato raggiunto da alcuni parenti del minorenne e a sua volta picchiato, ha contattato la nostra redazione amareggiato per l’episodio e per difendere suo figlio: “Lui non c’entrava nulla. Quando è stato rintracciato da queste persone, ha provato a spiegare loro di non essere coinvolto ma non è servito a niente”. L’uomo ha comunque condannato sia il fatto precedente che quello successivo.
Le minacce sui social e le scaramucce precedenti.
Dopo i due episodi sopra descritti, sarebbero seguite delle minacce via social nei confronti dei giovani siciliani, al punto che – sempre stando alla versione del padre del 20enne aggredito successivamente – sarebbero stati costretti a rientrare nella loro regione. Resta da capire anche cosa sia successo prima. L’ingiustificata aggressione di gruppo in via Ferrari, peraltro ai danni di un ragazzo minorenne, lascia intendere che qualcosa da scatenare la folle spedizione punitiva sia successa nelle ore o nei giorni precedenti. Cosa, però, non è ancora noto, né si sa se la vittima del pestaggio c’entri o meno con i presunti precedenti che hanno determinato gli eventi successivi. Nuovi dettagli emergeranno probabilmente nei prossimi giorni.
Il mancato intervento di altre persone.
Altro fatto preoccupante che sarebbe emerso dalle prime testimonianze è che durante l’aggressione in via Ferrari, probabilmente durata poche decine di secondi, nessuno dei presenti abbia provato a fermare gli aggressori. Certamente l’effetto sorpresa e il timore di essere coinvolti nel pestaggio avrà frenato anche i più coraggiosi, ma è chiaro che le azioni non collettive bensì isolate di singole persone impavide o semplicemente sensibili rischiano di rivelarsi altrettanto pericolose (pensiamo al caso di Willy Monteiro Duarte a Colleferro).
Fenomeni in aumento.
Le aggressioni di gruppo sono un fenomeno in aumento non solo a Campobasso. Nel capoluogo sono meno frequenti ma non per questo da minimizzare. La percezione di molti campobassani è che le modalità di azione e la violenza con cui vengono commesse sono un fatto nuovo per la città. Qualcosa andrebbe fatto il prima possibile, sia a livello preventivo che socio-educativo, per evitare che la situazione alla lunga finisca fuori controllo, visto anche l’intensificarsi dei fenomeni di piccola delinquenza nel centro e nel centro storico negli ultimi anni che non lasciano tranquilli i residenti e i commercianti.