Anche quest’anno, per i lavoratori dell’ATM, dicembre non significa tredicesima. Significa attesa, incertezza e rabbia. A denunciarlo sono Emilio Santangelo (Faisa Cisal), Aurelio Di Eugenio (Filt Cgil) e Simone Vitagliano (Fit Cisl).
“Una situazione che si trascina da troppo tempo e che, nonostante segnalazioni, proteste e tavoli istituzionali, continua a ripetersi senza una soluzione definitiva”, continuano i segretari. “I lavoratori sono costretti ad affrontare le festività natalizie senza una parte fondamentale della retribuzione, e noi sindacati siamo costretti, ancora una volta, a denunciare una criticità ormai strutturale.
È un dato incontrovertibile: sin dalla nascita dell’ATM, nel 2011, i dipendenti non hanno mai percepito la tredicesima nei tempi previsti dal Contratto Collettivo Nazionale di categoria. Ogni dicembre si ripresenta lo stesso copione, con pagamenti che dovrebbero essere automatici e garantiti e che invece arrivano — quando arrivano — in ritardo.
Negli anni le organizzazioni sindacali hanno più volte chiesto l’intervento delle istituzioni, arrivando anche a presìdi davanti alle Prefetture e a incontri urgenti per individuare soluzioni immediate. Ma troppo spesso si è trattato di interventi tampone: si gestisce l’emergenza del momento, senza affrontare davvero le cause profonde del problema.
Il risultato è che, puntualmente, tornano gli stessi effetti: scadenze contrattuali superate, totale incertezza sui tempi, e famiglie lasciate senza una risorsa economica essenziale proprio nel periodo più delicato dell’anno.
Va ricordato con chiarezza: la tredicesima mensilità non è un favore, né un “premio”, né un extra. È retribuzione dovuta, prevista dai contratti nazionali, e il suo mancato pagamento nei tempi stabiliti produce conseguenze pesanti e concrete sulla vita dei lavoratori.
E non si provi a normalizzare il ritardo dietro generiche difficoltà finanziarie. Quando un problema si ripete con questa regolarità per anni, non è più un episodio: è un sistema che non funziona. Serve un cambio di passo, non l’ennesima gestione “a emergenza”.
Fra l’altro, nel caso specifico, non ci sono scusanti che tengano: oltre al più che generoso contributo della Regione, le risorse economiche risultano già incassate dall’ATM, perché la retribuzione aggiuntiva è compresa nei ratei mensili con cui la Regione corrisponde i pagamenti alla società. Per questo, ogni ulteriore ritardo è ancora più ingiustificabile e inaccettabile.
I lavoratori e le organizzazioni sindacali chiedono certezze, non soluzioni temporanee. La questione della tredicesima non può più essere trattata come un’emergenza ciclica: è un nodo strutturale del trasporto pubblico locale molisano e come tale va risolto.
Senza un intervento risolutivo, anche il prossimo anno saremo di nuovo qui a raccontare la stessa storia: attese, promesse, rinvii. E una tredicesima che, da troppi anni, non arriva quando dovrebbe.
È anche per questo — e per i tanti altri problemi irrisolti che continuano a pesare su lavoratori e servizio pubblico — che è stato proclamato lo sciopero politico regionale per il prossimo 16 gennaio 2026. Uno sciopero necessario per chiedere rispetto, regole certe, trasparenza e responsabilità: verso chi ogni giorno garantisce il trasporto pubblico e verso l’intera comunità molisana.”
martedì 23 Dicembre 2025 - 07:36:41 PM
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