Si sarà nascosto bene nella vegetazione quando avrà capito che squadre di Vigili del Fuoco, forze dell’ordine e ambientalisti gli stavano addosso. Il cobra bianco è scomparso nel nulla, magari passando attraverso la porta della fantasia da cui era venuto fuori strisciando fra le campagne di Sant’Agapito. Peccato perché la fiera che lo aveva preceduto aveva avuto più successo mediatico, mantenendo una suspense per numerosi giorni. La ormai famosa pantera, libera di circolare in regione senza mai incontrare essere umano o gregge, affidando il gravoso compito di controfigura a qualche povero gattino, utile per i continui avvistamenti denunciati via social, una volta finita la lunga vacanza in Molise si è spostata nel regno delle favole, portando con sè scena e sipario. Il povero cobra, che pure aveva iniziato bene la sua comparsa, ha avuto tuttavia meno fortuna. Il suo strisciante sketch è stato rovinato dopo appena 24 ore. Colpa dei militari del Nucleo Carabinieri CITES di Campobasso, reparto dell’Arma Forestale specializzato nel contrasto al commercio illegale di specie animali e vegetali in via di estinzione, che questa mattina – dopo il risvolto mediatico avuto a seguito di una foto e di un commento pubblicati su Facebook – hanno effettuato un sopralluogo in agro di Sant’Agapito al fine di rinvenire tracce della presenza del rettile.
In forza della segnalazione arrivata in Prefettura, ieri, c’è stata una mobilitazione di forze dell’ordine e associazioni. All’esito del sopralluogo, i militari non hanno rilevato sul posto alcun segno di presenza riferibile a rettili. Sono state quindi raccolte informazioni inerenti la segnalazione effettuata da un privato cittadino sull’episodio, acquisendo anche la riproduzione fotografica dell’animale che, si scopre, risale al maggio scorso. Dalle notizie raccolte e dall’attenta analisi dell’immagine riprodotta non sono emersi al momento altri elementi che possano far ricondurre l’episodio ad una reale presenza del presunto rettile sul territorio. In parole povere, si tratterebbe di una fake news. Alcuni elementi, ambientali, morfologici e comportamentali, desumibili dallo scatto fotografico che ritrae l’individuo in questione fanno ritenere che possa invece trattarsi di una distorta percezione del segnalatore. Comunque sulla vicenda continuano le attività di indagine del Reparto specializzato dell’Arma finalizzate anche a verificare l’ipotesi di sussistenza del reato di procurato allarme che punisce con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da euro 10 a euro 516 colui che suscita allarme presso l’Autorità, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio, per pericoli inesistenti.
mercoledì 17 Settembre 2025 - 04:34:18 PM
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