Mantenere alta l’attenzione sui femminicidi perché le circa 120 vittime ogni anno in Italia non siano solo numeri di un fenomeno criminale che vede uccisa una donna ogni 2,2 giorni di cui quasi la metà per mano del proprio partner. Questo si propone la staffetta di denuncia che è iniziata a Palazzo Madama nel giugno 2016: a ogni vittima di femminicidio, al Senato ci si alza per ricordare il nome e la storia di queste donne e lanciare un appello. Ieri sera il senatore del PD, Roberto Ruta, ha ricordato le ultime due vittime. “Con questo intervento di fine seduta – ha dichiarato Ruta – continuo oggi al Senato una staffetta con cui, insieme a tante senatrici e tanti senatori, ricordiamo ogni donna che viene uccisa per mano di un uomo a cui è o è stata legata da relazione amorosa. Lo faremo fino a che sarà necessario ricordare al Parlamento e al nostro Paese l’urgenza di arginare la violenza nei confronti delle donne. Nella notte fra il 28 e il 29 marzo a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, Gerarda Di Pietro, di settantasette anni, è stata uccisa a colpi d’ascia dal marito, che poi si è suicidato lanciandosi dal balcone. Nella notte fra il 2 e il 3 aprile a Caltagirone, in provincia di Catania, Patrizia Formica, di quarantasette anni, è stata uccisa nel sonno con quattro colpi di martello dal proprio convivente, che poi si è costituito nella caserma dei Carabinieri, confessando il delitto. Salgono così a 49 le donne che ricordiamo in questa staffetta, iniziata solo il 30 giugno 2016. I dati presentati dall’ISTAT alla fine di marzo al convegno «La violenza sulle donne: i dati e gli strumenti per la valutazione della violenza di genere» ci dicono che il femminicidio è solo la punta dell’iceberg della violenza maschile nei confronti delle donne. In Italia sono oltre 8 milioni le donne vittime di violenza psicologica e 4 milioni quelle che hanno subito, nell’arco della propria vita, atti sessuali degradanti e umilianti, rapporti non desiderati e subiti come violenza, abusi o molestie fisiche sessuali gravi, come stupri (653.000) e tentati stupri (746.000). Il 20 per cento delle donne tra i sedici e i settant’anni è stata invece vittima di violenza fisica, minacce, schiaffi, pugni, calci. In una minoranza dei casi, l’1,5 per cento, queste violenze hanno portato a danni seri e permanenti, per strangolamento, ustione, soffocamento. Riproponiamo – ha concluso Ruta – con convinzione il nostro appello. Un appello al Governo affinché sia data piena ed accurata attuazione al piano nazionale contro la violenza. Un appello ai media: si smetta di giustificare, anche solo con un linguaggio sbagliato, gli assassini e di colpevolizzare le donne. Un appello al Paese, uomini e donne: sono state più di 120 le donne uccise nel 2016, non possiamo più accettare questa mattanza.”
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