Sospeso dal lavoro, Pastore porta l’Asrem in Tribunale

Sindacato e associazioni fanno quadrato intorno a Lucio Pastore dopo che l’Asrem lo ha sospeso per tre giorni dal posto di lavoro, con conseguente decurtazione dello stipendio. Una decisione, ha spiegato il medico nella sede della Cgil Molise questa mattina, “di cui ancora non ho ricevuto notifica e che ho dovuto apprendere dalla stampa”. Una presunta ‘punizione’, quella della sospensione, per aver pubblicamente proposto al commissario ad acta, denunciando il rischio privatizzazione, di rivolgersi ai privati che non fanno profitto come Emergency. Il provvedimento sarà impugnato davanti ad un Tribunale, come confermato dall’avvocato Oscar Scurti, presente in conferenza stampa. “Oltre al suo annullamento, chiederemo il risarcimento, in quanto infondato nella forma, nella sostanza ma anche nel metodo di comunicazione. L’Asrem infatti aveva questa informazione e doveva fare in modo che giungesse prima al diretto interessato”. “Se necessario arriveremo fino alla Corte di giustizia europea per far valere i miei diritti”, ha affermato Pastore. “Sono commosso per le migliaia di messaggi di stima e solidarietà ricevuti a livello personale, così come tramite stampa e social network, dopo che la notizia è venuta fuori”. A sostegno dell’ex dirigente del Pronto Soccorso di Isernia il segretario Cgil Susanna Pastorino, che ha parlato di un caso di ‘giustizia sommaria’ veicolata attraverso la stampa, il portavoce di ‘Attuare la Costituzione’ Luigi De Giacomo, che ha difeso il diritto di opinione espressa da Pastore, e il presidente del Forum per la sanità pubblica Italo Testa, che ha denunciato il tentativo di mettere il bavaglio ai dipendenti Asrem e ha spiegato come l’associazione debba occuparsi, oltre che di sanità, anche di salute pubblica e quindi di altri aspetti collegati, come acqua pubblica, ambiente, ecc.

(In foto: in alto da sinistra Testa, Pastore, Pastorino, Scurti, De Giacomo; all’interno Lucio Pastore)

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