Ha combattuto per la legalità, mettendo fine al business che le mafie avevano costruito attraverso una vasta area verde, terrorizzando agricoltori e allevatori locali, e sfidando Cosa Nostra che nel 2016 ha tentato anche di ucciderlo in un attentato da cui è uscito illeso. Per Giuseppe Antoci, presidente dal 2013 al 2018 del Parco dei Nebrodi, fra le province di Messina e Catania, è stato un momento di grande solidarietà ed emozione all’Hotel Rinascimento di Campobasso, nell’ambito della presentazione del libro “La mafia dei pascoli” che lo stesso Antoci ha scritto insieme a Nuccio Anselmo e organizzata in collaborazione con la sezione regionale dell’associazione degli agricoltori Cia. Un racconto preciso di ciò che era stato scoperto e di ciò che è stato fatto per rompere il muro dell’omertà, al fine di restituire un Parco alla collettività e dignità agli allevatori locali. Milioni di euro guadagnati per anni in silenzio da Cosa Nostra, attraverso l’affitto da parte dei boss di diversi ettari di terreno, lasciandoli incolti e incassando i contributi dell’Unione Europea attraverso regolari bonifici bancari. Un business che avrebbe fruttato alle mafie circa 3 miliardi di euro in dieci anni, spezzato dall’arrivo di Giuseppe Antoci, che ha realizzato un protocollo di legalità divenuto poi legge di Stato e applicato a tutta Italia. L’attentato fra il 17 e il 18 maggio 2016, ma grazie all’auto blindata e all’intervento armato della scorta e del vice Quatore Daniele Manganaro l’allora presidente del Parco dei Nebrodi si è salvato. Come nel libro, anche a Campobasso Antoci ha spiegato ai presenti il coraggio necessario per andare avanti nella sua battaglia, ricevendo l’ammirazione di tutti. Antoci è stato insignito dal Presidente della Repubblica Mattarella dell’onorificenza di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana. Ad accoglierlo a Campobasso rappresentanti della Cia e istituzionali, fra cui il sindaco e il Prefetto. Al.Am.
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