I Riquadri e le Maschere di Roberta Oliva, da passione “domestica” a vetrina per i campobassani: “Era un peccato tenerli in casa”

Tra le luci soffuse del Drop di Campobasso i colori attirano l’attenzione dei fruitori. L’esposizione della molisana Roberta Oliva, originaria di Bojano, inaugurata il 20 dicembre e che proseguirà fino ai primi giorni del nuovo anno, vede protagonisti ‘Riquadri’ – così definiti dalla stessa artista – e maschere. La tecnica utilizzata dell’artista prevede una particolare lavorazione del colore: acrilici, tempere e oli vari vengono mischiati prima di essere stesi sulla tela. Ed è proprio da tale lavoro del colore che dipende il risultato e l’effetto finale. I Riquadri, pienamente astratti, lasciano la possibilità di immaginare, di vedere in essi anche figure ed emozioni non volute dall’artista. Eppure, Oliva stessa spiega che è proprio nei dipinti con cui riscontra una maggiore connessione personale che anche chi li ammira si va soffermando.

Poi, sottolineandone il carattere non artistico, precisa che “sicuramente non tutti i quadri astratti possono avere una funzione di mero arredo, come dimostrano le opere di artisti che si sono susseguiti nel ‘900, ma i miei lavori li vedo bene come tali”. Per Oliva il tutto è iniziato come uno sfogo estemporaneo, personale, con la volontà di avere un rapporto diretto con il colore e le emozioni che questo può darle, amplificando le sensazioni. Con il tempo ha poi perfezionato la tecnica e lo studio dirigendosi verso una diversa realizzazione del suo progetto, che potesse avere un più ampio respiro. “Mi sono ritrovata con molte tele in casa, tutte in fila, e non fruibili dagli altri; ho pensato che fosse un peccato tenere per me quegli oggetti, non artistici, ma artigianali. È come scrivere una canzone e non farla ascoltare a nessuno”.

Oliva, in questo progetto artigianale, ha scelto di realizzare opere lontane dal figurativo e il suo lavoro è volto alla continua ricerca del colore e dei materiali. Proprio partendo da una sperimentazione che va ‘oltre la tela’ ha applicato la sua tecnica su altri materiali e oggetti, realizzando anche alcuni gioielli, e da lì è arrivata a scegliere le Maschere. “L’utilizzo, inizialmente casuale, è stato voluto. Spesso mi faccio molte domande su quanto le persone riescano a essere vere e a uscire fuori dalle convenzioni e dai pregiudizi che appartengono ad alcune sfere di questa società. Ci vuole coraggio per Essere”. Mentre ai Riquadri è data e presa un’emozione, le Maschere di Oliva, a uso decorativo, portano un messaggio: sono un invito alle persone a interrogarsi sulle maschere che indossano nelle loro vite; perché “non c’è bisogno di indossarle fisicamente per averle sul volto”.

Roberta Oliva, laureata in ‘Conservazione dei Beni Culturali’, negli anni ha curato l’organizzazione di mostre per conto di varie gallerie all’estero, principalmente in Spagna, ed eventi culturali che le hanno permesso di lavorare a stretto contatto con numerosi artisti, quasi sempre stranieri. Prima di questa esposizione ha realizzato altre ‘Personali’, principalmente con l’associazione InControLuce di Bojano; nell’ultima mostra espose ritratti in acrilico su cartoncino, che ricordano lo stencil, ma dipinti a mano. L’incontro con Giuseppe Caiazzo del Drop di Via Isernia a Campobasso è stato un caso fortuito. “Ringrazio Giuseppe, perché è stata una scommessa mettere così tante opere in un posto che ha una connotazione così marcata, plasmarle in un contesto così definito; ognuna ha una sua storia, ma penso di essere riuscita nell’intento di esporle, dando un senso di continuità e armonia con il resto del locale”.

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