Giornata della Legalità, la strage di Capaci e il coraggio di essere al servizio degli altri. I messaggi delle istituzioni

«La mafia, 28 anni fa, a Capaci, uccideva Giovanni Falcone, la moglie, Francesca Morvillo, e tre uomini della scorta, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Ricordare è fondamentale per rafforzare la nostra azione quotidiana di contrasto alla mafia e a ogni forma di illegalità. Oggi, alle 17:57, su proposta di Maria Falcone, sorella dell’eroe magistrato, ci sarà un flash mob in tutt’Italia, un minuto di silenzio per ricordare Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tutte le vittime della mafia, ma anche per dedicare la Giornata a quanti si sono impegnati, e continuano a farlo, nella gestione dell’emergenza sanitaria. La Regione Molise aderisce all’iniziativa. Partecipiamo tutti». Così il presidente della Regione Molise, Donato Toma, sulla Giornata nazionale della legalità 2020.

Gravina: “Il ricordo della strage di Capaci monito per diffondere cultura legaltà a tutti i livelli”
“I simboli assumono una potenza tale da mettere radici anche nelle pieghe più drammatiche della storia e proprio della storia sanno diventare il nocciolo, il senso, il significato più duraturo. La Giornata per la Legalità che ricorre quest’oggi, prende spunto proprio da una data che ci consegnò, in un colpo solo, ben ventotto anni fa, uno smarrimento indiscutibile che pervase tutta la società italiana alla notizia dell’esplosione di quel tratto di autostrada a Capaci, lì dove vennero uccisi il magistrato Giovanni Falcone con Francesca Morvillo e la loro scorta. Quel giorno si aprì una voragine che ha rischiato di inghiottire le speranze di giustizia di un intero popolo. La mafia attaccò un simbolo dello Stato e rinnovò questo attacco qualche mese dopo, il 19 luglio, quando a perdere la vita a Palermo, in via D’Amelio sotto casa della propria madre, fu Paolo Borsellino con gli uomini della sua scorta. Tutta la forza militare dell’organizzazione mafiosa siciliana venne convogliata in un attacco frontale al sistema di legalità nazionale che questi uomini con le loro scorte e i loro familiari rappresentavano. Ogni 23 maggio, nel ricordare gli eventi di quei giorni e di quel terribile 1992, riannodiamo la coscienza civile della nostra nazione ai valori della giustizia e della legalità che uno Stato moderno e democratico deve difendere, vigilando con le sue istituzioni sui territori e dimostrando, con azioni concrete, quanto sia sentito e sempre attuale l’impegno da dedicare al contrasto sistematico verso ogni forma di criminalità. Se Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli uomini e le donne della loro scorta sono diventati simboli di una lotta da parte dello Stato alla criminalità, che non ammette pause o fraintendimenti, il ricordo del loro sacrificio come di quello di tutte le vittime delle mafie, deve produrre un’attenzione costante alla costruzione quotidiana di una cultura della legalità da propagare in tutti gli ambiti civili. Non esiste zona franca, non c’è un settore che può sentirsi immune da tentativi di infiltrazioni criminali, la guardia va tenuta alta in ogni città e in ogni regione, ma soprattutto è l’argine democratico e costituzionale quello che deve funzionare da deterrente alle mire malavitose di organizzazioni che hanno modificato la loro immagine e ampliato le loro sfere d’interesse, travestendosi, ma restando illegali e criminali. Impegniamoci tutti per dare voce alla legalità, alla solidarietà civile e alla forza dell’onesta che quei simboli che oggi ricordiamo, con il loro esempio di vita, rappresentano.”

Lanciano: “Avere il coraggio di essere al servizio degli altri, messaggio da trasmettere a giovani generazioni”
“La legalità rappresenta il valore fondante di qualsiasi società che voglia definirsi civile. In un mondo ideale, essa costituisce il faro che guida l’agire di ogni popolo, che indirizza la correttezza del suo operare. Dal rispetto della legalità discende, infatti, la possibilità di garantire a ciascuno il godimento dei propri diritti”. Con queste parole la Garante regionale dei Diritti della Persona, Leontina Lanciano, pone l’accento sull’importanza della Giornata della Legalità, che cade ogni anno il 23 maggio in ricordo dell’attentato di Capaci – che costò la vita al magistrato Giovanni Falcone, a sua moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, e Vito Schifani – e di quello successivo di via D’Amelio – in cui furono assassinati il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta, composta da Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. “Nonostante il clima particolare che stiamo vivendo, in cui al centro dell’attenzione ci sono la sanità e la pandemia la ricorrenza odierna non può passare sotto silenzio. Non si può smettere, mai, di parlare di mafie. Mantenere sempre i fari puntati su un fenomeno che divora il tessuto sociale, minaccia il ruolo delle istituzioni ed è costato la vita a tanti uomini e a tante donne che si sono sacrificati in nome della giustizia, è un dovere. Un dovere civico, ma ancor di più un dovere morale”. Ed è proprio il valore del sacrificio, dell’abnegazione, a fare da vessillo alle celebrazioni del 2020: su iniziativa di Maria Falcone, presidente della Fondazione intitolata al fratello Giovanni, e di Antonio Decaro, presidente dell’Anci, quest’anno la Giornata della Legalità sarà dedicata agli ‘eroi di tutti i giorni’: persone che durante l’emergenza hanno lavorato per il bene della collettività. Ovvero personale medico e sanitario, esponenti delle Forze dell’ordine e della Protezione civile, farmacisti, militari, insegnanti, commercianti, rider e dipendenti dei supermercati. “Avere il coraggio di essere al servizio della collettività – afferma la Garante – è il messaggio che, oggi, dobbiamo trasmettere. In particolare alle giovani generazioni. Solo portando avanti l’impegno di chi è stato disposto ad immolarsi per gli altri in nome della legalità, faremo in modo che quel sacrificio non sia stato vano. Ciò affinché il lascito di Falcone, di Borsellino e delle altre vittime della mafia non vada perduto, ma trovi terreno fertile per continuare a germogliare”.

D’Apollonio: “Rivivere il messaggio di speranza che ci ha lasciato Borsellino”
“Il collegamento ideale tra il sacrificio delle donne e degli uomini che per servire lo Stato hanno perso la vita per mano mafiosa con il coraggio e l’impegno dei tantissimi operatori della sanità, dei volontari, delle forze di Polizia statali e locali e di tutti coloro che sono stati in prima linea sia nel soccorso sia nelle azioni di contrasto e di contenimento del virus, è il modo migliore per far rivivere l’eredità morale e il messaggio di speranza che ci ha lasciato Giovanni Falcone”. E’ il messaggio del sindaco di Isernia Giacomo D’Apollonio, annunciando l’adesione al flash mob di questo pomeriggio con l’esposizione di un lenzuolo bianco sulla facciata del Comune.

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