Manovre salvavita, anche la ‘vittima’ deve avere la mascherina. Come cambiano le regole di soccorso durante la pandemia

Grande partecipazione al corso promosso da Ippocrates

“All citizens of the world can save a life!”: questo l’incipit della ‘Settimana Viva!’ nazionale che, quest’anno, si è tenuta dal 12 al 18 ottobre per sensibilizzare la popolazione sul tema delle azioni da attuare per salvare la vita di una persona. “Manovre salvavita, corso di rianimazione e disostruzione polmonare” è stato organizzato a Bojano da Ippocrates, associazione costituita da studenti di Medicina, medici, ricercatori, Cives, Coordinamento Infermieri Volontari Emergenze Sanitarie, Filitalia, Centro Studi Agorà, Servizio Civile Universale e UMDI – Un Mondo D’Italiani. La lezione si è tenuta martedì 13 ottobre, presso la sede del quotidiano internazionale UMDI e ha riscosso successo tra i partecipanti, interessati ad un argomento così delicato.

Manovre Salvavita. Approccio alla rianimazione e disostruzione polmonare
Il corso è stato un successo. Iniziato alle 16, come da programma, molti sono stati i partecipanti, perlopiù di età giovanile. Aspetto, questo, importante perché permette di comprendere che anche i giovani sono sensibili ad un tema così importante. Conoscere come salvare una vita, o almeno il modo in cui poterci provare al meglio, è fondamentale. Sabina Iadarola, studentessa di Medicina all’Università degli Studi del Molise e presidente Ippocrates, ha dato il via all’incontro porgendo i suoi saluti, ricordando il giuramento di Ippocrate che si presterà a compiere, ha ribadito l’importanza della conoscenza della RCP (rianimazione cardio-polmonare) e delle manovre di disostruzione. In seguito, la parola è passata alle infermiere professioniste Morena Ricciuti, anche presidente Cives Campobasso – Isernia, e Grazia D’Aquila, con trent’anni di esperienza nel soccorso d’emergenza. Le due hanno fornito le nozioni essenziali sulla rianimazione cardio-polmonare, incluso l’uso del defibrillatore automatico, e sulla manovra di Heimlich (manovra di disostruzione), permettendo ai partecipanti, dopo aver dato l’esempio, di mettere in pratica la teoria imparata. Gli organizzatori si sono detti soddisfatti per la riuscita del corso, e, soprattutto, per essere stati parte di quest’iniziativa. La lezione si è svolta nel rispetto della normativa Covid. Infatti, dall’inizio della pandemia, sono state impartite nuove istruzioni per lo svolgimento delle manovre, in particolare per la rianimazione cardio-polmonare, che le infermiere hanno tenuto a raccomandare. La novità consiste nel coprire con una mascherina, se a disposizione, o con qualsiasi altro tessuto la bocca della vittima, per permettere lo svolgimento dell’RCP in sicurezza.

CIVES
Cives, Coordinamento Infermieri Volontari Emergenze Sanitarie, è stato costituito nel 1998. Il coordinamento di volontariato nazionale è costituito da infermieri regolarmente iscritti agli Ordini Provinciali. L’associazione nasce con l’idea di organizzare lo spirito di solidarietà dei professionisti costruendo un sistema di intervento volontario che sappia esaltare le competenze e le specializzazioni che gli infermieri sono in grado di esprimere. Si può parlare di un intervento a tutto campo di professionisti volontari che possono garantire una presenza qualificata in tutti i settori della sanità.

Settimana Viva!
Il corso è stato realizzato nell’ambito della Settimana Viva! nazionale che si è tenuta dal 12 al 18 ottobre 2020. Viva è il nome che è stato dato alla campagna di sensibilizzazione per le manovre salvavita. “Se i testimoni di un arresto cardiaco iniziano la rianimazione cardio-polmonare prima dell’arrivo dell’ambulanza – spiega il prof. Bernd Bottiger – le possibilità di sopravvivenza della vittima aumentano di due-tre volte rispetto ai casi in cui la RCP non viene iniziata”. Lo scopo della Settimana Viva! è quello di far conoscere al maggior numero di persone possibile cos’è un arresto cardiaco, come riconoscerlo e, soprattutto, le manovre da iniziare subito per salvare la vita di chi ne è colpito, anche se non si è professionisti sanitari.

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