Vento ‘contrario’ in Basso Molise: in arrivo 5 pale eoliche e decine di espropri a ridosso della costa, sindaco e associazioni promettono barricate

Oltre 60 tra famiglie e proprietari di terreni coinvolti

Sta creando forti polemiche l’annunciata realizzazione di un parco eolico in Basso Molise, precisamente fra i territori di Portocannone e Campomarino, ad opera della società Re Plus srl, con sede a Milano e che ha già presentato altri progetti in questa regione. Quello al centro dell’attenzione di questi giorni prevede 5 aerogeneratori ciascuno della potenza nominale di 6 MW (diametro del rotore di 170 metri, altezza complessiva 197,5 metri), oltre che una stazione utente, una stazione di smistamento e un cavidotto interrato di interconnessione fra gli impianti. Di certo meno rispetto al progetto presentato una decina di anni fa che prevedeva l’installazione di 23 aerogeneratori della potenza di 57,5 MW, ma l’avviso pubblico della Regione – che ha recepito l’istanza della società nel dare prosecuzione al procedimento autorizzativo – per avviare le procedure di esproprio (potenzialmente sono 65 le famiglie o i proprietari di terreni coinvolti) hanno fatto balzare dalla sedia associazioni e amministratori. A partire dal Soa (Sindacato Operai Autorganizzati) che ha annunciato la costituzione di un comitato cittadino per opporsi alla realizzazione dell’opera. Nelle scorse ore il sindaco di Campomarino, Silvestri, ha preso una netta posizione, dichiarandosi contrario alla realizzazione del parco eolico in Basso Molise. “Riguardo il procedimento avviato presso la Regione Molise per la costruzione di un parco eolico denominato ‘Campomarino’, ribadisco che la nostra Amministrazione è fermamente contraria all’installazione in territorio di Campomarino di un’opera che non porta alcun beneficio per la popolazione”, ha affermato. “Non siamo disposti ad accettare un’imposizione, un vero e proprio atto di forza nei confronti della nostra comunità, che non ha visto il coinvolgimento della popolazione e dell’amministrazione comunale. Opere del genere, tra l’altro, non producono utilità e vantaggi per la popolazione in termini economici ed occupazionali. La nostra idea di sviluppo non si concilia con tali opere che, oltre ad essere datate, non rispondono alle esigenze della collettività. Riguardo le voci di un mio eventuale coinvolgimento in precedenti progetti, risalenti ad oltre dieci anni fa, tengo a precisare che il procedimento attuale non ha nulla a che vedere con le mie precedenti esperienze lavorative. Le strumentalizzazioni su un tema importante come questo lasciano il tempo che trovano e penalizzano una comunità che su questi argomenti deve essere unita nella difesa del proprio territorio”.

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