Cashless, non solo grandi acquisti: aumentano i pagamenti digitali anche per un caffè e altre piccole spese

Nonostante il loro utilizzo abbia fatto registrare un calo rispetto al 2021, lo scorso anno i pagamenti digitali hanno raggiunto un nuovo record, diminuendo dell’8% lo scontrino medio cashless e arrivando alla cifra di 40,4 euro. Numeri importanti, che dimostrano come gli italiani abbiano iniziato a usare carte di credito, debito o prepagate anche per le piccole spese, e non solamente per pagare grandi somme.

Il report
Secondo l’Osservatorio Scontrini Cashless 2023, nell’ultimo anno in Italia è cresciuto l’uso di pagamenti digitali anche per le piccole spese. Come emerge dalla ricerca, infatti, rispetto al 2021 a livello nazionale lo scontrino medio cashless è diminuito dell’8%, arrivando alla cifra di 40,4 euro.
Se bar, club, tabacchi e fast food sono i settori con gli scontrini digitali più bassi, dentisti, hotel, strutture ricettive e servizi di consulenza sono invece quelli che registrano i valori più elevati.
Per quanto riguarda le città, le attività con scontrini cashless più bassi sono prevalentemente al Sud e nelle isole: con 33,5 euro, Cagliari è la provincia con lo scontrino medio più basso, seguita da Bologna e Caltanissetta, rispettivamente con 35 e 35,1 euro. In fondo alla classifica, Savona (77,8 euro), Siena (55,7 euro) e Grosseto (51,3 euro).

Gli italiani preferiscono i pagamenti digitali
Dati, questi, confermati anche dal 12° Rapporto sulle Tendenze dei Mezzi di Pagamento di Minsait Payments, secondo il quale i pagamenti digitali sono il metodo di pagamento preferito dal 48% degli italiani, anche se nel 2022 il loro utilizzo ha fatto registrare un calo rispetto agli anni precedenti.
Un calo che spesso deriva però dall’impossibilità degli utenti di pagare come vorrebbero: secondo il report, infatti, nel corso dell’ultimo anno il 40% degli italiani ha affermato di essersi dovuto adattare, pagando spesso con un metodo di pagamento diverso da quello che avrebbe voluto utilizzare, a causa di problemi tecnici o per i costi delle transazioni.
A partire dalla ripresa di tutte le attività dopo la fine dell’emergenza pandemica, tuttavia, l’utilizzo di carte di credito, debito e prepagate sta gradualmente aumentando. L’Osservatorio carte di credito e Digital Payments, infatti, ha rilevato che i pagamenti cashless sono cresciuti del +24% (aumento che sale al 29% se si considerano anche i pagamenti via Pos con carte di debito).
Viene da sé, dunque, che l’offerta di strumenti di pagamento elettronici si sia ampliata moltissimo negli ultimi tempi. I vantaggi offerti da questi metodi di pagamento, infatti, sono numerosi: tra gli altri, le operazioni sono immediate e sicure, e le spese monitorabili facilmente.
In particolare, gli utenti hanno iniziato ad apprezzare soprattutto le carte che non prevedono canoni e commissioni su prelievi e pagamenti internazionali, come per esempio la carta You di Advanzia Bank, di cui è possibile leggere recensioni approfondite sul sito di Punto Informatico. Carte come questa, solitamente, offrono anche la possibilità di rateizzare il pagamento del credito e altri vantaggi aggiuntivi come un’assicurazione per i viaggi, molto apprezzati dagli utenti.

Italia 18esima per utilizzo del BNPL
Se in tutta Europa sta crescendo il Buy Now Pay Later (BNPL) come metodo di pagamento, in Italia la situazione è ben diversa, tanto che nel 2021 solo il 4% delle transazioni di e-commerce in Italia è avvenuto con questa modalità.
Numeri confermati anche dal Digital Economy and Society Index (DESI) 2022, che vede l’Italia al diciottesimo posto in Europa per l’utilizzo del BNPL, con un punteggio di 49,3, ben al di sotto della media europea (52,3).
Tra ritardi nel processo di digitalizzazione e incertezza sull’utilizzo di questa nuova modalità di pagamento, l’Italia è rimasta indietro, mentre nel resto d’Europa il Buy Now Pay Later sta coinvolgendo sempre più settori, diventando non solo un metodo di pagamento per gli utenti ma anche una soluzione per dilazionare il pagamento tra aziende.

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