La famiglia che fondò la contea del Molise ispira patto di fratellanza tra Bojano ed Eboli

Un patto di fratellanza senza precedenti, quello sottoscritto a Bojano, tra le città di Eboli e Bojano. La storia unisce, ci riporta indietro nel tempo e fa passi da gigante verso il futuro. La storia della famiglia De Moulins, fautrice del nome della nostra regione, ci fa viaggiare ed arrivare ad Eboli, città che vide la nobildonna Emma de Ala unirsi a Guimondo III del Moulins. Da qui l’intento, sin da subito sposato dalle due amministrazioni, nel preparare la strada per un viaggio comune, un viaggio culturale, partecipativo, significativo che consentirà alle due città di programmare un progetto identitario e consentire presto un vero e proprio gemellaggio amministrativo. Un’apertura, quella del 6 luglio, prima delle tre giornate dedicate all’epopea dinastica della famiglia normanna dei de Moulins-de Molinis-de Molisio, che si insediarono a Bojano (sec. XI) per fondare, poi, la Contea di Molise (sec. XII), senza dubbio dall’importanza concreta e piena di condizioni positive. La presenza dei sindaci, Carmine Ruscetta, sindaco di Bojano, Mario Conte, sindaco di Eboli, supportata dal sindaco di San Giuliano del Sannio, Rosario De Matteis, da Remo di Giandomenico, commissario dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo del Molise, dalla dirigente dell’Istituto Radice di Bojano Anna Paolella, da associazioni culturali, da cittadini e amministratori locali e della provincia di Salerno, in primis Michele Ciccatelli, assessore ad Olevano sul Tusciano, scevri da posizioni politiche partitiche, ha mosso emozioni, passioni, considerazioni. L’apposizione delle loro firme a sigillo del Patto di Amicizia, grazie ad un lavoro di squadra decisamente emozionante e pregno di evidente sinergia mossa in virtù dell’aggregante rete culturale, è stato un momento di soddisfazione per tutti in particolare per Maria Grazia Tagliaferri, fautrice indiscussa della riscoperta della famiglia de Moulins quale ispiratrice del nome della nostra regione. L’incontro con la professoressa Maria Rosaria Pagnani, cittadina ebolitana, scrittrice, è stato fatale e la storia, anche con il supporto di storico locali quali Oreste Gentile, Oreste Muccilli, Franco Valente, Fioravante Vignone per citarne alcuni fondamentali, ha riunito territori che sembravano non più così vicini. Un coordinamento a più mani, da Maurizio Varriano a Mariantonietta Romano, ha condotto al sugello che ha permesso ai sindaci di Sepino, Paolo D’Anello e San Giuliano del Sannio, Rosario De Matteis, di essere posti in lista per un prossimo e definitivo passo verso l’ampliamento del patto e ricomporre, unitamente a Capua e Palermo, una rete del passato che ha reso il meridione d’Italia il vero propulsore culturale e politico dell’intera nazione. La manifestazione del de Moulins proseguirà con il clou della rappresentazione che, dopo il corteo storico nella città di Bojano, vedrà l’8 luglio, Civita di Bojano, fulcro scenografico di una storia che ancora affascina, ci pone al cospetto del Mondo ed aspetta risposte concrete sulla conclamazione istituzionale che non mancherà d’arrivare. Mirabili gli interventi della professoressa Maria Rosara Pagnani, accompagnata dall’editore Peppe Barra, di Franco Valente e Fiore Vignone che hanno dato invece enfasi agli eventi occorsi nell’estate del 1053 che, in particolare, videro il passaggio, sulle “antiche vie del Sannio”, di papa Leone IX, dei suoi suoi dignitari e dei suoi contingenti militari, in movimento verso la Puglia per ricongiungersi ai bizantini allo scopo di infliggere una dura lezione ai normanni, onde scacciarli dall’Italia meridionale. Sappiamo come andò a finire. Gli avvenimenti di quegli anni cambiarono, davvero, il mondo. Da Bojano, riparte la voglia di un radicale cambiamento culturale, sia per fermento, sia per tali avvenimenti. Significative in tal senso le parole dei sindaci di Bojano ed Eboli che nel porsi con le motivazioni del Patto, di fronte la folta platea, hanno inteso infondere fiducia, passione, proficua collaborazione. “Il Patto di fratellanza io l’ho firmato ancor prima di oggi. Sin da quando fui contattato dalla professoressa Pagnani e da Maurizio Varriano, amico indiscusso di Eboli, ritenni che la conclamazione, che oggi avviene, divenisse atto importante solo per contorno ad un patto scritto indelebilmente già prima. L’amicizia non pone limiti e oggi abbiamo tracciato una linea verticale che ci porterà a considerarci, non amici ma partecipi di una famiglia. Orgoglioso e felice mi ritengo, ci riteniamo, anche parte del Molise”. Non più significativa conclusione di una serata d’estate all’ombra del campanile che nell’essere partecipe ha scandito le ore e permesso di guardar davvero lontano.

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