“Basta profitti finanziari sulla pelle dei dipendenti”, l’8 marzo sciopero di 8 ore dei lavoratori Enel

Venerdì 8 marzo anche in Molise, come in tutta Italia, le lavoratrici e i lavoratori del Gruppo Enel osserveranno 8 ore di sciopero cui si aggiunge un calendario di fermo delle centrali di produzione termica che si svilupperà, a turno, dall’8 al 22 marzo. La turnazione si rende necessaria per continuare a fornire il servizio a tutta la popolazione nel rispetto della legge e della tradizione dei Lavoratori Enel.
I responsabili regionali del settore elettrico di FILCTEM-CGIL Giuseppe Tarantino, FLAEI-CISL Davide Licursi, UILTEC-UIL Antonio Tondi, sottolineano che la vertenza con Enel non riguarda aumenti salariali o miglioramenti economici a qualsiasi titolo, ma afferisce alla nuova “vision” del management aziendale di massimo livello, fresco di nomina, tutta focalizzata ed indirizzata verso profitti finanziari. “L’Azienda, infatti – spiegano i sindacalisti, – vuole esternalizzare attività elettriche distintive ed esclusive, come le manovre d’esercizio, ad imprese appaltatrici con possibili rischi di ricadute sulla sicurezza del lavoro ed un aumento degli incidenti da elettrocuzione, vuole modificare l’orario di lavoro per gli operativi introducendo un doppio turno fino alle ore 20 ed il sabato lavorativo, senza un adeguato piano di assunzioni e con l’organico a disposizione che già “soffre” per i troppi carichi di lavoro e per una turnazione della reperibilità che non rispetta il dettato contrattuale, vuole ridurre in maniera rilevante lo Smart Working andando a peggiorare i tempi di vita di migliaia di Lavoratrici e Lavoratori.
Inoltre, nel piano industriale di Enel riferito ai prossimi tre anni, sono annunciate riduzioni degli investimenti per le fonti rinnovabili da 5,5 a 2,9 miliardi di euro, non c’è traccia degli investimenti nel settore idroelettrico e nella geotermia, c’è un generico impegno per la realizzazione d’impianti fotovoltaici e sistemi d’accumulo (batterie).
Si pretende di vendere prodotti di mobilità elettrica, impianti tecnologici, contratti di luce, gas e fibra senza un adeguato numero di personale con gli spazi ENEL che funzionano, in alcune realtà, a “singhiozzo”.
Le manutenzioni delle sedi sono di fatto assenti e ci sono problemi che da mesi attendono risposte.
Insomma siamo molto preoccupati che il nuovo “board” di ENEL abbia in mente un progetto teso a trasformare l’Azienda in una HOLDING FINANZIARIA che controlli esclusivamente i lavori dati in appalto.
L’ENEL, al contrario, potrà essere protagonista nel nostro Paese per la transizione energetica e digitale, l’elettrificazione dei consumi, gli ingenti investimenti previsti dal PNNR (circa 13 miliardi) per l’ammodernamento degli impianti che avranno un enorme impatto sui suoi ricavi, solo se saprà cogliere tali sfide tramite investimenti sugli asset e sulle persone tenendo, così, ben salda la storica vocazione industriale dell’Azienda ed evitando di fare operazioni solo per quadrare bilanci e produrre utili.
Il Molise, tra l’altro, nelle varie e continue ristrutturazioni aziendali, ha già pagato tanto in termini di occupazione (da circa 700 dipendenti a poco meno di 200), presidi territoriali (è l’unica regione d’Italia ad avere una sola Unità Territoriale, l’UT MOLISE per l’appunto, mentre le altre hanno presidi a livello provinciale) e centri decisionali (in Molise, solo E-Distribuzione è presente con l’Unità Territoriale. Le altre società di Enel o non sono presenti oppure hanno piccoli gruppi di Lavoratori dislocati sul territorio, con potere decisionale accentrato in altre sedi).
Grande è la preoccupazione che l’azienda possa “scomparire” del tutto dal territorio molisano.
La vera “mission” di ENEL è di erogare un servizio di pubblica utilità ai cittadini ed alle imprese fornendo energia di qualità in tutto il territorio nazionale. ENEL vive grazie ad una concessione dello Stato ed ha costi riconosciuti per le attività regolate. Vive, in sostanza, GRAZIE ALLE BOLLETTE DEGLI ITALIANI e perciò impediremo, in tutti i modi possibili, di operare a sfavore del sistema Paese, delle imprese e dei cittadini”.

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