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Home»1. Categorie news»Attualità»Ordine dei Medici, approvato il bilancio consuntivo. Premiati i veterani e giuramento di Ippocrate dei giovani dottori. FOTO

Ordine dei Medici, approvato il bilancio consuntivo. Premiati i veterani e giuramento di Ippocrate dei giovani dottori. FOTO

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Di MoliseTabloid il 13 Aprile 2024 Attualità, Campobasso
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L’assemblea generale dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della provincia di Campobasso questa mattina ha approvato all’unanimità il bilancio consuntivo e ha vissuto momenti di emozione nell’aula magna dell’Unimol. Nel suo intervento il presidente Pino de Gregorio si è soffermato su una serie di riflessioni che riguardano la professione oggi. In particolare ha sottolineato alcune vere e proprie emergenze che destano forte preoccupazione, a partire dai fatto di cronaca violenta nei confronti dei sanitari presenti ormai troppo spesso sulle pagine delle testate giornalistiche: “Aggressioni – ha detto – che avvengono proprio ad opera del prossimo, al quale noi doniamo la nostra vita”.
La tutela della categoria da parte dell’ordine avviene, dunque, non solo in termini strettamente ordinistici ma anche, purtroppo, in termini di difesa e prevenzione da attacchi verbali e addirittura fisici.
L’altro fronte dell’emergenza è rappresentato dalla carenza di medici, un problema che solo un’attenta e lungimirante programmazione a livello centrale può risolvere.

“Abbiamo chiamato a raccolta tutta la società civile – ha ancora detto il presidente. – Lo abbiamo fatto più volte e soprattutto a maggio con un convegno che ha messo al tavolo titto il mondo sanitario, la politica e i cittadini. Abbiamo sensibilizzato con ogni mezzo utile senza mai tirarci indietro nella difesa dei nostri professionisti. Dobbiamo fare in modo che non si arrivi alla rinuncia alla cura, perché la diseguaglianza di fronte al diritto alla salute è in forte crescita e il rischio di lavorare fuori dalla cura una fetta di popolazione è reale”.
Un forte grazie da parte di De Gregorio è andato alle autorità presenti, il direttore amministrativo Grazia Matarante per l’ASREM e il professor Germano Guerra per Unimol. E poi a tutti i colleghi che con lui hanno vissuto questa consiliatura, ai veterani presenti per i 50 anni di laurea e ai giovani medici presenti per il giuramento di Ippocrate.

L’elenco dei veterani premiati per i 50 anni di laurea:

– AUGUSTO ALTIERI

Medico condotto e ufficiale sanitario prima, medico di base con servizio di igiene e sanità pubblica dopo, il dottor Altieri è stato per oltre 40 anni il medico di famiglia a Rotello. Ha visto crescere intere generazioni e ancora oggi è un punto di riferimento per i suoi compaesani. “Sono stato il medico vecchio stile, il factotum reperibile sempre, tutti i giorni h24 – racconta – e per me è stata un’esperienza meravigliosa”.

– GIOVANNI CARDILLO

Dopo alcuni anni al Sant’Orsola di Bologna, dove si è specializzato in Anestesia e Rianimazione, il dottor Cardillo si è trasferito a Termoli, dove ha operato per quarant’anni al San Timoteo. “Nel corso di questi 40 anni – spiega – ho vissuto, e condiviso con i miei colleghi, il periodo più bello della storia del San Timoteo, quando Termoli era diventato riferimento indiscusso per la costa adriatica. Sono stati momenti molto edificanti per il territorio e per ciascuno di noi”.

– ANTONIO CIMINO

Cardiologo, il dottor Cimino ha lavorato per cinque anni al Sant’Orsola di Bologna per scendere a Termoli nell’80. Oltre 30 anni di Cardiologia e poi, in pensione, la libera professione. Anche lui ricorda con un po’ di rammarico i tempi d’oro dell’ospedale di Termoli. “Nonostante fossimo una piccola realtà – dice – eravamo riusciti ad andare a raggiungere obiettivi ambiziosi, anche oltre la nostra dimensione”.

– GAETANO DI RIENZO

– GIULIANA GIULIANO

– LICIO IACOBUCCI

– ARNALDO IMPERORE

Dopo alcune esperienze a Macchia Valfortore e a Villa Maria, il dottor Imperore, patologo clinico, è approdato all’ospedale Cardarelli dove è rimasto fino alla pensione. “La mia esperienza professionale al Cardarelli è stata davvero entusiasmante – racconta – tra patologia clinica e centro trasfusionale abbiamo vissuto momenti di crescita enorme. Ci trovammo a creare il laboratorio praticamente da zero e pian piano lo portammo a livelli molto elevati. Avevamo capito che un ospedale per funzionare bene deve fornire servizi al top. E a quello avevamo puntato con impegno e passione”.

– TOMMASINO IOCCA

Ha studiato a Roma ed abbracciato la chirurgia generale. Approdato al Cardarelli, il dottor Tommasino Iocca è diventato un veterano dell’ospedale con circa 35 anni di lavoro. Nel suo percorso si è dedicato anche per oltre dieci anni alla chirurgia pediatrica e dopo la pensione ha deciso di continuare il suo percorso professionale presso le popolazioni più povere del mondo. Oggi fa parte di un gruppo di medici che per un poroso ogni anno raggiunge l’Etiopia per portare da volontario tutta la sua esperienza.

– LUCIA LEONE

Specializzata in Anestesia-Rianimazione e in Tossicologia, la dottoressa Leone ha lavorato da subito in Rianimazione a Termoli. Di donne ce n’erano poche e nel suo reparto erano in due. “Ricordo il mio lavoro con grande nostalgia perché in pensione non ci volevo proprio andare spiega – ho amato moltissimo il mio lavoro ed ho avuto la fortuna di stare in un ambiente umano e professionale eccellente, fatto di rispetto, collaborazione e armonia”.

– MICHELE MALERBA

Chirurgo specializzato in tutte le chirurgie, primario dal 1996, il dottor Malerba ha operato al San Timoteo per 40 anni, dal 1975 al 2015. Si era formato a Bologna dove aveva vinto il dottorato di ricerca. “La carrier accademica non faceva per me – racconta – avevo bisogno di crescere, di imparare, di fare il chirurgo e così sono tornato a Termoli dove il primario Giampaolo Tagliaferri mi ha fatto crescere, mi ha dato spazio e a lui devo tanto. Il conto degli interventi, di qualunque tipo ed entità, si è fermato a 26mila. Poi non l’ho più tenuto”. Il dottor Malerba continua a lavorare tra Foggia, Cassino e Cesena soprattutto sui casi particolari per cui lo chiamano. “Ho lavorato tanto e bene – dice – Sono contento del mio mestiere che continuerò a svolgere e a difendere finché ne avrò forza”.

– GIOVANNI MARIELLA

Figlio del medico condotto di Casacalenda, che però non conobbe perché aveva solo 5 mesi quando suo padre morì, il dottor Giovanni Mariella, ginecologo, studiò all’Onaosi di Perugia da quando aveva 11 anni. La laurea la discusse in divisa militare, prima di rientrare nel 75 in Molise. All’ospedale di Larino, in ginecologia, è approdato nel ’77 e lì è rimasto fino al 2008. “In tutti questi anni – racconta ho fatto nascere, o visto nascere, oltre seimila bambini. Ne nascevano tantissimi, in proporzione più di Termoli. E devo dire che non ho mai avuto a che fare con un decesso”.

– CRISTINA MASTRONARDI

Laureata a Napoli, la dermatologa Cristina Mastronardi è arrivata all’ospedale si Campobasso nel ’79, dove ha lavorato per oltre 35 anni, di cui una ventina da primaria. “L’attività ospedaliera mi ha spremuta come un limone – spiega – ma è stata meravigliosa e gratificante. . Ho vissuto il mio lavoro in maniera appassionata: a mancarmi sono soprattutto i pazienti”

– PIETRO PICUCCI

Chirurgo endoscopista, il dottor Pietro Picucci si è formato e laureato a Roma. Subito dopo la laurea un tirocinio di 6 mesi lo riportò nella sua Larino, dove poco dopo vinse il concorso in ospedale ed entrò in Chirurgia, per rimanerci ben 42 anni, dei quali 5 come primario. “Sempre a Roma avevo fatto il corso per formarmi in endoscopia – racconta – e nel ’79 l’endoscopia la portai all’ospedale di Larino. Da quel momento incominciammo ad utilizzarla su ogni fronte, fornendo alla nostra professione e a tutto l’ospedale una marcia in più”.

– GIUSEPPE SABUSCO

Specializzato in ematologia e malattie infettive a Roma, il dottor Giuseppe Sabusco è stato 40 anni al Cardarelli, prima in medicina generale e poi al reparto di malattie infettive, dove per 30 anni ha ricoperto il ruolo di primario, con titolo di primario emerito alla pensione, e direttore sanitario. Ha grande nostalgia dell’ospedale e se potesse continuerebbe a lavorarci all’infinito.

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